L’arcidiocesi di Montreal dice no al suicidio assistito, contrastando una pericolosa china che in Canada ha portato ad una delle legislazioni più liberali in termini di eutanasia, sempre contrastate dai vescovi. Così, l’arcidiocesi di Montreal ha citato in giudizio la legislazione del fine vita del Quebec, perché viola la libertà religiosa.
Un governo che non è stato capace di affrontare l’emergenza della pandemia può davvero pensare di estendere i termini dell’eutanasia? La domanda dei vescovi canadesi è un atto di accusa contro il governo del Canada, che continua nella sua strada di espandere le possibilità per i cittadini di ricorrere all’eutanasia. Ed è un fortissimo atto di accusa, pubblicato in un documento dello scorso 9 novembre e firmato dall’arcivescovo Peter Gagnon di Winnipeg, presidente della Conferenza Episcopale Canadese, a nome di tutti i vescovi.
La denuncia del Cardinale Christopher Collins, arcivescovo di Toronto, è durissima: “Il Canada sta abbracciando la morte su richiesta”. Da sempre in prima linea contro la legge sull’eutanasia introdotta in Canada nel 2016, il Cardinale è tornato ancora una volta ad affrontare la questione in un editoriale pubblicato lo scorso 2 marzo su The Star.