Era 1 ottobre del 1999, esattamente venticinque anni fa, quandp Santa Caterina da Siena (con Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce) venne proclamata da San Giovanni Paolo II compatrona d’Europa.
Quanto è stata importante l’Unione Europea per i pontificati contemporanei? Nel corso del XX secolo, i Papi si sono spesso dedicati al progetto di “comunione” delle nazioni europee, come antidoto al crollo degli Imperi e come necessario sviluppo di una fratellanza tra i popoli che portasse alla pace. Ma non tutti hanno dedicato all’Europa la stessa centralità. Secondo lo storico Philippe Chenaux, i Papi che più si sono dedicati all’Europa sono stati Pio XII e Giovanni Paolo II, sebbene da prospettive molto diverse.
Benedetto XV fu eletto Papa il 31 agosto del 1914, ed era già un mese che quasi tutta l’Europa era in guerra. Dal 28 luglio al 25 agosto di quell’anno si erano succedute le dichiarazioni di guerra che posero nel conflitto Germania, Russia, Austria Ungheria, Serbia, Montenegro, Giappone. Quando si entrò in Conclave, c’erano anche berrette rosse dei Paesi belligeranti, mentre l’Italia aveva al tempo una posizione neutrale sul conflitto, che dunque aveva anche un peso sui candidati. L’intuizione di chiamare al soglio pontificio l’arcivescovo di Bologna, Giacomo dalla Chiesa, un esperto diplomatico, ebbe il suo perché, e fu studiata a lungo dai diplomatici di quegli anni.
Il tema del diritto all’aborto nella Costituzione in Francia è solo l’ultimo segnale della cultura della morte che imperversa in Europa. Non a caso, è stato citato dall’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del CCEE, nella prolusione dell’ultima plenaria, che si è tenuta a Malta dal 27 al 30 novembre. Ma ci sono anche molte altre sfide che le Chiese che sono in Europa devono affrontare dal punto di vista legale: dalle migrazioni forzate create dalla guerra in Ucraina e anche dal nuovo conflitto in Terrasanta, alle questioni della maternità surrogata e della sperimentazione sulla crescita, fino alla protezione dei dati personali della Chiesa cattolica nei dati di abuso.
Per il vescovo Mariano Crociata, il grande problema è prima di tutto culturale. Perché i fenomeni che si vivono in Europa, dal rinascente populismo nazionalista alla deriva anti-religiosa, sono complessi e interconnessi, e “i meccanismi di reazione di tipo irrazionale alla fine denunciano il limite culturale e spirituale che affligge il nostro mondo e i nostri Paesi”. È un punto sul quale “siamo interpellati come Chiesa e come pastori, perché viene in questione la nostra capacità di annuncio e il nostro compito educativo. Senza supporto culturale e spirituale anche il processo sociale, politico e istituzionale si inceppa”.
La famiglia come centro della relazione, la famiglia come luogo in cui si costruisce l’identità, ma anche la famiglia come istituzione comunitaria in grado di contrastare una guerra con la solidarietà. Dal 18 al 21 settembre, i vescovi cattolici di rito orientale di Europa – circa una sessantina – si sono radunati ad Atene, per discutere di “La famiglia nel contesto delle Chiese orientali cattoliche in Europa”.
"L’emissione filatelica Europa 2023 ci offre l’occasione per richiamare il tema della pace: ne abbiamo troppo bisogno per permetterci
"Vogliamo pensare che questa mattina, Dio si è avvicinato a questo nostro fratello nel sonno della morte, Cristo e sua Madre sono venuti a prenderlo con loro e a condurlo nel Paradiso, dove il sogno di una vita è già diventato la realtà dell’eternità".
E' stata resa nota dalla CEI la Dichiarazione del Segretariato della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Unione Europea (COMECE) sull’emergenza energetica. Infatti I Vescovi della COMECE hanno espresso la loro "profonda tristezza per le orribili sofferenze umane inflitte ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina dalla brutale aggressione militare voluta dalle autorità russe".
Due rinnovi e due nuovi mandati, tra i presidenti delle quattro commissioni del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, l’organismo che riunisce i presidenti delle conferenze episcopali di tutta Europa. Al termine della plenaria del 27 – 28 ottobre, che si è tenuta online, il CCCE si dà una nuova struttura per il prossimo quinquennio, che è un po’ lo specchio di quello che sta avvenendo oggi in Europa.
Ad inizio novembre quattro donne, premi Nobel per la letteratura, hanno inviato un appello al presidente del Consiglio d’Europa e al Parlamento europeo in difesa dei migranti e del popolo bielorusso con un forte richiamo alla coscienza degli europei:
Settimana dal profumo di Europa, per la diplomazia pontificia. I Cardinali Parolin e Hollerich e l’arcivescovo Gallagher sono intervenuti, lo scorso 22 settembre, alla tre giorni organizzata a Roma dal Partito Popolare Europeo. Il 23 settembre è iniziata invece la plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, e il Cardinale Parolin ha tenuto una relazione seguito da domande e risposte.
Cinquanta anni: una lunga, incredibile “avventura”, di cui, per fortuna, non si vede la fine, ma che forse non era immaginabile in quel giorno di marzo, il 25 marzo per l’esattezza, del 1971, in cui nacque quell’organismo che doveva, per i decenni a venire, rappresentare la missione della Chiesa europea: evangelizzazione e dialogo, sostegno e azione, ma prima di ogni altra cosa, dare conto della speranza della fede, rispondere sempre e in ogni circostanza, che è Cristo la strada, la via, la risposta.
“Una deformazione della coscienza che evidentemente è penetrata profondamente in settori del popolo cattolico”. Questo è l’assunto da cui parte Benedetto XVI, Papa emerito, nelle pagine di introduzione della raccolta di sui testi sull’ Europa edita da Cantagalli: “ La vera Europa, identità e missione”.
Non solo il dibattito parlamentare. Mentre si prepara la discussione del “Rapporto Matic” sui diritti sessuali e riproduttivi, che se approvato accetterebbe l’idea dell’aborto come “diritto umano”, una lobby che sostiene l’ideologia dietro il rapporto ha pubblicato uno studio, chiamato “La punta dell’iceberg”, in cui punta il dito, facendo nomi e cognomi, contro tutte le organizzazioni che invece si impegnano a sostenere il diritto alla vita, etichettate come “estremisti religiosi” e messe sotto accusa anche per la loro raccolta fondi.
Un padre dell’Europa verso la gloria degli altari. Robert Schuman, l’ideatore della dichiarazione che il 9 maggio 1950 diede il via al progetto di Unione Europea, potrebbe vedere riconosciute le sue virtù eroiche ad inizio giugno. Lo ha detto il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, incontrando un gruppo di ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, affermazioni poi ribadite in dichiarazione all’Agence France Press.
Dopo il Concilio Vaticano II anche in Europa “si sentiva il bisogno di rafforzare gli sforzi della evangelizzazione a fronte delle grandi sfide che il cambio culturale del ’68 aveva innescato. Favorire l’incontro delle Conferenze Episcopali, la reciproca conoscenza, lo scambio di esperienze, un nuovo annuncio di Cristo, la pastorale e il suo futuro, si presentavano come momenti necessari di fronte all’incalzare di nuovi modi di pensare e di agire. In questo orizzonte, il CCEE fu un segno della attenzione della Chiesa verso il mondo in cambiamento”. Lo scrive il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, in occasione del 50/mo della fondazione del CCEE.
Nel 2019, ci sono stati più quasi crimini dettati dall’odio anticristiano. La cifra non viene da una delle organizzazioni di difesa dei cristiani perseguitati, ma dall’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che ha pubblicato un rapporto sul tema il 16 novembre, nella Giornata Internazionale della Tolleranza.
“La pandemia costituisce come uno spartiacque che costringe ad operare una scelta: o si procede sulla via intrapresa nell’ultimo decennio, animata dalla tentazione all’autonomia, andando incontro a crescenti incomprensioni, contrapposizioni e conflitti; oppure si riscopre quella “strada della fraternità”, che ha indubbiamente ispirato e animato i Padri fondatori dell’Europa moderna, a partire proprio da Robert Schuman”.
L’unità dei cristiani è l’antidoto alla secolarizzazione di Europa, e solo il superamento delle divisioni permetterà al cristianesimo di avere di nuovo una voce credibile e far rinascere i valori europei. Ne è convinto il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.