Quando nel 2019 Papa Francesco visitò Etchmiadzin, la cattedrale della Chiesa Apostolica Armena era ancora in fase di restauro, e solo un ristretto gruppo di persone vi poté entrare. Alla fine di settembre, dopo dodici anni di lavori, la cattedrale è stata riconsacrata, alla presenza delle più alte cariche dello Stato e di varie delegazioni, tra cui una delegazione della Santa Sede guidata dal Cardinale Leonardo Sandri, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali.
Oggi a mezzogiorno, le campane di tutte le chiese di Armenia suoneranno a memoria di tutte le vittime del genocidio armeno. Ma il 105esimo anniversario della tragedia che colpì il popolo armeno non avrà grandi manifestazioni pubbliche, per via dell’emergenza coronavirus: a Etchmiadzin, la Sede Madre della Chiesa Apostolica Armena, si terrà una Divina Liturgia a porte chiuse, e così sarà in tutte le chiese, in una comunione spirituale. Ma non sarà possibile andare a Tsitsernakebard, al Museo del genocidio a Yerevan, per riunirsi lì, sotto il “nido delle rondini” e fare memoria di quello che è successo.
Papa Francesco è in Armenia, meta del suo 14/mo viaggio apostolico internazionale. Dopo la cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Yerevan, il Pontefice si è recato nella Cattedrale Apostolica di Etchmiadzin insieme al Catholicos di Tutti gli Armeni Karekin II.