Quando ci fu il Sinodo speciale sul Medio Oriente, nel 2011, si parlava già dell’esodo nascosto dalle regioni medio orientali. Benedetto XVI, nella sua esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente, riprese il tema dell’esodo. Era il tempo delle primavere arabe, e in pochissimi potevano prevedere quello che sarebbe stato l’orrore dell’ISIS, il sedicente stato islamico. Oggi, la presenza cristiana è totalmente erosa. E a Bassora, metropoli nel Sud dell’Iraq, sono rimaste solo 350 famiglie cristiane, contro le 7 mila che c’erano prima della guerra. Ne sono rimaste solo il 5 per cento.
Nel Caucaso meridionale, dal 27 settembre 2020, gli armeni vivono un calvario che quasi ma non tutti dimenticano. Un popolo cristiano già vittima di un genocidio soffocato da supposte "ragioni politiche".
Circa il 50 per cento delle famiglie che avevano lasciato l’Iraq con l’invasione da parte dell’ISIS del sedicente Stato Islamico hanno fatto ritorno nel Paese, giustificando così un cauto ottimismo delle organizzazioni internazionali per il ritorno dei cristiani nel Paese del Golfo.