La Georgia non è un luogo facile per i cattolici, schiacciati da un mondo ortodosso iper-conservatore. Ma in Georgia c’è una agenzia di Stato per gli Affari religiosi che si occupa proprio dei temi religiosi, e che stila un rapporto annuale. Alla presentazione di questo rapporto, è stato presente anche l’arcivescovo José Bettencourt, nunzio apostolico in Georgia e Armenia. Il rapporto certifica una situazione non facile.
"Vogliamo dire grazie al Signore per il dono di essere popolo di Dio in cammino lungo la storia. Lo vivete nel modo singolare della fede dei Santi Padri trasmessa da generazioni nelle odierne Etiopia ed Eritrea, arricchito dal dal vincolo manifesto col Successore di Pietro: siete pienamente di tradizione alessandrino geez e pienamente cattolici! E ringraziamo Dio per i cento anni del Collegio Etiopico". Così ieri il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, al termine della Divina Liturgia in occasione della Festa Patronale della Chiesa di Santo Stefano degli Abissini nei Giardini Vaticani.
C’erano 29 ospedali cattolici in Eritrea: 8 sono stati chiusi circa due anni fa, 21 sono stati confiscati negli ultimi mesi. E sembra che anche le scuole cattoliche siano nel mirino. Perché il governo di Asmara sta mettendo in atto, in maniera sistematica, un progetto di nazionalizzazione che utilizza come scusa una legge del 1995. Ma che, di fatto, si traduce in un attacco alla Chiesa cattolica. La libertà religiosa è formalmente garantita nel Paese. Ma, di fatto, questa operazione è un attacco alla libertà religiosa. E, in particolare, al diritto dei fedeli di rispondere al comandamento di amare il prossimo.
“Un modo di dare voce ad un paese e al suo glorioso passato l’odierna Eritrea che nell’oggi va piuttosto sui giornali per l’interminabile esodo dei suoi giovani figli e figlie, molti dei quali trovano la morte lungo la strada del deserto o nel mar Mediterraneo”.
La diocesi di Brescia si prepara al grande evento della canonizzazione di papa Paolo VI in ottobre. Un evento che per la chiesa bresciana sarà motivo di “grande gioia e festa. Sarà – dice il vescovo mons. Pierantonio Tremolada - l’inizio di un’esperienza nuova nella conoscenza sempre più profonda del Papa bresciano”.
Seminaristi costretti a prestare servizio militare, sacerdoti che non possono lasciare il paese e cristiani detenuti per motivi religiosi. È la situazione della libertà religiosa in Eritrea, descritta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre da una fonte vicina alla Chiesa locale, che per motivi di sicurezza ha preferito rimanere anonima.