Tutti hanno fatto a gara per mostrare una loro influenza nella stesura dell’enciclica “Laudato Si’,” dall’ex teologo della Liberazione e ora eco-teologo Leonardo Boff al controverso teologo brasiliano Frei Betto, fino all’ex governatore del Colorado Bill Ritter. Ma, al di là dei suggerimenti vari arrivati sulla scrivania del Papa, la verità è che l’impianto di fondo non poteva essere dato da questi singoli contributi. Perché l’impianto di fondo è basato sul magistero della Chiesa.
Secondo alcuni, l’enciclica sull’ecologia è all’esame della Segreteria di Stato, secondo altri è già alle traduzioni, e secondo padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, sarà pubblicata per il prossimo giugno. Le attese cresciute intorno a questa enciclica sono però moltissime, e una conferenza ospitata il 20 maggio dalla Pontificia Università della Santa Croce su “The New Climate Economy. How Economic Growth and Sustainability Can Go Hand in Hand”, lo sta a dimostrare: esponenti delle Nazioni Unite, di grandi industrie multinazionali, di società di consulenza, in dialogo con il Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e con il Cardinal Wuerl, arcivescovo di Washington, per mostrare come cura dell’ambiente e crescita economica possono andare di pari passo.
Si sono salutati in maniera informale per circa mezzora, Papa Francesco e Ban Ki Moon. Un incontro non inserito nell’agenda ufficiale del Papa, ma di certo molto desiderato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Che ha accettato un invito della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali pur di essere in Vaticano, e parlare di ecologia. D’altronde, tutti attendono con ansia l’enciclica sull’ecologia che Papa Francesco dovrebbe pubblicare prossimamente.
La tanto attesa enciclica sull’ecologia di Papa Francesco ha suscitato l’interesse internazionale in vista di appuntamenti cruciali per il pianeta. La prossima Conferenza ONU sul Cambiamento Climatico si terrà a Parigi nel 2015, e un supporto papale a qualunque delle nazioni che si siederanno ad un tavolo potrebbe spostare i bilanciamenti in favore dell’una o dell’altra parte.