“L’Ufficio del Promotore di Giustizia sta cooperando attivamente con le Autorità competenti Italiane. Proprio in questo spirito, il 19 aprile scorso, i magistrati vaticani hanno consegnato riservatamente all’Italia, coperta dal segreto istruttorio, la documentazione disponibile relativa al caso, inclusa quella raccolta nei mesi precedenti nel corso dell’attività istruttoria”. E’ quanto comunicato dal Direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni, in riferimento al caso di Emanuela Orlandi.
“In merito alla vicenda di Emanuela Orlandi, nei mesi scorsi questo ufficio ha raccolto tutte le evidenze reperibili nelle strutture del Vaticano e della Santa Sede, anche cercandone attestazione tramite conversazioni con le persone responsabili di alcuni uffici all’epoca dei fatti. Ha proceduto all’esame del materiale confermando alcune piste di indagine meritevoli di ulteriore approfondimento e trasmettendo tutta la relativa documentazione, nelle scorse settimane, alla procura di Roma, perché questa possa prenderne visione e procedere nella direzione che ritiene più opportuna". Lo afferma in un breve comunicato diffuso stamane l'Ufficio del Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano.
Le recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi sono “avventatissime affermazioni, ma sarebbe più esatto subito dire ignobili insinuazioni sul conto del Pontefice San Giovanni Paolo II, in connessione all’amara e penosa vicenda della sorella Emanuela”. Inizia così la durissima nota del Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo emerito di Cracovia e segretario personale di san Giovanni Paolo II, in merito alle affermazioni del fratello della giovane scomparsa 40 anni fa.
“Il procedimento relativo alla presunta sepoltura in Vaticano, presso il cimitero Teutonico, dei resti di Emanuela Orlandi, è stato archiviato dal Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano, che ha integralmente accolto la richiesta dell’Ufficio del Promotore di Giustizia”.
Sono cominciati questa mattina gli accertamenti sugli ossari rinvenuti al Campo Santo Teutonico nell'ambito dell'apertura di due tombe ordinata dalla magistratura vaticana per seguire una pista investigativa legata alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Non c'erano ossa della cittadina vaticana scomparsa 36 anni fa, ma si procede all'analisi delle ossa.
"Alle ore 9 di stamani, sono iniziate regolarmente le operazioni al Campo Santo Teutonico nell’ambito delle incombenze istruttorie del caso Orlandi".
Presso il Campo Santo Teutonico non sono stati rinvenuti resti umani di Emanuela Orlandi, scomparsa nel nulla 36 anni fa. La Magistratura vaticana, per fugare ogni dubbio dopo l’apertura dei sepolcri risultati vuoti, dispone nuovi accertamenti su due ossari che si trovano all’interno del Collegio Teutonico in una zona non lontana dalle tombe delle principesse.
Sono iniziate stamane alle 8.15 - come annunciato giorni fa - al Campo Santo Teutonico le operazioni di apertura di due tombe relative all'inchiesta sulla scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, scomparsa nel nulla 36 anni fa.
L’Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha disposto l’apertura di due tombe presenti presso il Cimitero Teutonico nell’ambito della denuncia presentata dalla famiglia di Emanuela Orlandi, la ragazza - cittadina vaticana - scomparsa nel 1983. Lo ha annunciato Alessandro Gisotti, Direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede.
La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato ieri sera che “durante alcuni lavori di ristrutturazione di un locale annesso alla Nunziatura Apostolica in Italia sono stati rinvenuti alcuni frammenti ossei umani”.
In seguito ad alcuni articoli apparsi sulla stampa italiana in riferimento al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la Segreteria di Stato - tramite la Sala Stampa della Santa Sede - ha diffuso un comunicato di smentita circa l’autenticità del documento pubblicato stamane che vedrebbe la Segreteria di Stato impegnata nel pagamento di forti somme di denaro per tenere Emanuela Orlandi lontana dall’Italia.