In una cripta, nel silenzio quasi perfetto, quel giorno lontano nel tempo e nel ricordo, avviene qualcosa di indelebile, di talmente profondo da resistere attraversando tutte le battaglie, i drammi, gli ostacoli di un’esistenza unica, segno e testimonianza: quella di Rosanna Brichetti Messori, scomparsa quasi un anno fa.
Quella signora dall’aspetto austero, sempre vestita di scuro, insieme alla sorella, molto simile nell’aspetto e nel portamento, si aggira nel giardino appartato, a raccogliere foglie o qualche fiore sbocciato.
Un uomo affascinante, che piace a tutti, parla di pace e di fratellanza, mette d’accordo chiunque, contribuisce a diffondere un’idea “globale” di vita e di pensiero.
“Ora il mestiere di vaticanista come lo facevo io non esiste più”. Lo diceva con una vena di tristezza Benny Lai, per anni decano dei vaticanisti, che ci ha lasciato il 12 dicembre di due ani fa. Il mestiere ai tempi di Lai, Silvio Negro, Arcangelo Paglialunga, Guido Bartoloni, era soprattutto un lavoro di osservazione e di ricerca di fatti.