Ci si salva per sola fede o per le opere? È questa la domanda alla base della diatriba tra cattolici e luterani. Ma, il 31 ottobre 1999, cattolici e luterani firmarono la Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, stabilendo la complementarietà tra fede ed opere nel processo di giustificazione che porta alla salvezza. Poco più di venti anni dopo quella dichiarazione, questa viene presentata in una nuova traduzione italiana, pubblica il 3 gennaio 2020.
Venticinque anni dopo l’enciclica Ut Unum Sint di San Giovanni Paolo II, sessanta anni dopo la costituzione di quello che sarebbe diventato il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, i cristiani sembrano aver perso di vista l’obiettivo dell’unità, fino a dare per scontata l’unità. Per questo, il Cardinale Kurt Koch sottolinea che il suo più grande dolore è dovuto al fatto che molti cristiani non soffrono quasi più a causa della divisione tuttora esistente”.
Tre iniziative de Comitato direttivo per il dialogo ortodosso-cattolico, due pubblicazioni del Gruppo Misto di Lavoro tra Chiesa Cattolica e Consiglio Ecumenico delle Chiese: sono questi i prossimi passi del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, puntando a trovare nuovi ponti di dialogo.
Le misure anti-COVID sono una sfida senza precedenti per le Comunioni Cristiane di tutto il mondo, ma ha permesso anche di sviluppare nuove e durature forme di ministero pastorale e vita ecumenica. Ne ha parlato la Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane Mondiali si è tenuta dal 20 al 22 ottobre, in forma telematica, radunando più di trenta partecipanti che rappresentavano tutta la galassia cristiana nel mondo. Per la Chies Cattolica, partecipavano il vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, con padre Andrzej Choromanski, officiale incaricato delle relazioni multilaterali.
Come il diritto canonico delle Chiese Orientali ha un valore temporale, perché guarda già a quando la Chiesa sarà di nuovo unita, così la teologia “adempie alla sua responsabilità e missione ecclesiastica solo quando si comprende al servizio della restaurazione dell’unità della Chiesa e dà il suo inconfondibile contributo”. È questo il cuore del discorso di ringraziamento del Cardinale Kurt Koch all’Università di Lublino, dove lo scorso 16 ottobre è stato insignito della laurea honoris causa dalla Facoltà di Teologia Cattolica dell’università dedicata a San Giovanni Paolo II, che lì studiò.
Non esiste società giusta senza un riferimento assoluto, ed è fallita l’idea che la religione sia l’oppio dei popoli. Al contrario, “ignoranza, intolleranza e violenza sono il fallimento e non l’essenza della religione”. Ricevendo la laurea honoris causa della Pontificia Università Antonianum, il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli tratteggia nella sua lectio magistralis i temi che sono stati al centro del suo magistero del patriarcato: dal ministero ecologico al dialogo, dalla giustizia sociale fino alla necessità di combattere un mondo che si dimentica di Dio.
L’unità dei cristiani è l’antidoto alla secolarizzazione di Europa, e solo il superamento delle divisioni permetterà al cristianesimo di avere di nuovo una voce credibile e far rinascere i valori europei. Ne è convinto il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
La chiesa ortodossa di Santa Sofia è la seconda chiesa più antica della capitale bulgara Sofia, e ha dato il nome alla città stessa, che prima si chiamava Serdica. Ed è stato proprio nel giorno della festa di Santa Sofia che le reliquie di San Clemente e San Potito, donate da Papa Francesco, sono state traslate nella chiesa paleocristiana, con una celebrazione solenne che ha mostrato un segno di ecumenismo in cammino.
Raggiungere i giovani leader e promuovere più incontri regionali: sono questi i due obiettivi per il futuro che si sono dati i partecipanti al comitato del Global Christian Forum. Si tratta di una piattaforma che racchiude tutte le confessioni cristiane nel mondo, che non si basa su una adesione formale ed ha soprattutto l’obiettivo di mettere attorno ad un tavolo i cristiani. La Santa Sede partecipa con un suo rappresentante, che in questo caso è stato padre Andrzej Choromanski, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Sembrava fosse l’anno dei viaggi ecumenici, per Papa Francesco. Si diceva che sarebbe stato in Grecia, sulle orme di San Paolo, insieme al Patriarca Bartolomeo I, e in Sud Sudan, per dare aiuto ad una nazione martoriata, insieme al Primate Anglicano Justin Welby. Ed avevano avuto sapore ecumenico anche i viaggi in Bulgaria, Macedonia del Nord e Romania dello scorso anno. Ma questa spinta ecumenica non si è fermata, nonostante il coronavirus. E prosegue, portata avanti dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che oggi compie 60 anni.
Dal 28 maggio, la Svizzera ha riaperto alle celebrazioni religiose pubbliche, e così può essere confermata la celebrazione cattolica nella cattedrale protestante di San Pietro rinviata al 30 maggio, giorno di Pentecoste. La celebrazione era prevista per il 29 febbraio, ed era stata rinviata al 30 maggio.
Per quanto riguarda il dialogo ecumenico, Papa Francesco dice di condividere “la sana impazienza di quanti a volte pensano che potremmo e dovremmo impegnarci di più”. Eppure, riconosce il Papa, molto è stato già fatto, nonostante ci sia ancora cammino da fare.
La sede di San Pietro e la sede di San Marco si sono scambiate una telefonata, e hanno pregato insieme che “Dio abbia misericordia del mondo, della Chiesa e di tutti i credenti”. In occasione della giornata dell’Amicizia Copto-Cattolica, Papa Francesco e Papa Tawadros hanno conversato al telefono. Il Papa, come di consueto, ha anche mandato un messaggio, firmato l’8 maggio da San Giovanni in Laterano.
Ha cominciato con Benedetto XVI, ha terminato con Papa Francesco. Il reverendo Olav Fykse Tveit è stato per dieci anni segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese. In questi anni, ha svolto un lavoro ecumenico grandemente apprezzato, E il Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, gli ha inviato lo scorso 14 aprile una lettera di apprezzamento.
Il tema della teologia sacramentale è stato al centro della XVII riunione della Commissione Mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese ortodosse orientali. L’incontro si è tenuto in Libano, ad Atchaneh, dal 26 gennaio all’1 febbraio 2020, ospitato dalla Chiesa siro-ortodossa di Antiochia.
Per l’Ucraina, la prima “Domenica della Parola di Dio” è stata soprattutto l’occasione di una preghiera ecumenica, che ha messo insieme tutte le confessioni cristiane del Paese e che ha visto per la prima volta la partecipazione della Chiesa Ortodossa Ucraina, la realtà autocefala che ha creato quello che viene chiamato “scisma ortodosso”. Al di là di ogni dibattito, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha invece voluto ricentrare tutto il senso del dialogo ecumenico sulla centralità della parola di Dio.
Il 6 giugno 1980, il Patriarca Ilia della Chiesa Ortodossa Georgiana visitò per la prima volta il Vaticano. L’occasione fu salutata da San Giovanni Paolo II come “un giorno gioioso nella lunga storia delle nostre Chiese”, sottolineando che “come eredi di Pietro e Andrea ci incontriamo come fratelli in Cristo”. Il quarantennale di questa storica visita sarà celebrato il prossimo anno in Vaticano, e Papa Francesco ha scritto personalmente al Patriarca Ilia per dare conto di alcune delle manifestazioni.
Non c’è stato ancora un comunicato ufficiale sui temi dell’incontro tra la delegazione della Santa Sede con il Patriarcato di Costantinopoli al Fanar. Come di consueto ad Istanbul per la festa di Sant’Andrea, la delegazione guidata dal Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha portato un messaggio di Papa Francesco. La celebrazione solenne della festa del fondatore della Chiesa di Costantinopoli Andrea era però densa di segnali al mondo ortodosso. Come si svilupperanno le relazioni con Roma?
L’unità non si può trovare solo in criteri formali, perché c’è anche una unità di comunione. E accentuare le differenze tra scisma e unità non aiuta il dialogo ecumenico. Sono due dei punti conclusivi del comunicato del gruppo misto di lavoro cattolico ortodosso Sant’Ireneo. Fondato a Panderborn nel 2004, il gruppo è+ composto da 26 teologi, 13 cattolici e 13 ortodossi. L’incontro di quest’anno si è tenuto a Trebinje, in Bosnia-Erzegovina, su invito della Chiesa ortodossa serba. La riunione è stata presieduta dal vescovo Gerhard Feige di Magdeburgo e dal metropolita Serafim della Chiesa ortodossa romana di Germania, Europa centrale e settentrionale.
È una escalation di richieste, quella che porta Benedetto XVI a dare il via libera a studiare la costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus, ovvero il documento con il quale si regolamenta l’ingresso di gruppi di anglicani in comunione con Roma. Da allora, sono stati creati tre ordinariati anglo cattolici, nei quali sono entrati oltre 3 mila ex anglicani, distribuiti in 90 comunità in Stati Uniti, Canada e Australia.