È una Europa che deve respirare con due polmoni, che è chiamata a mettere in atto un “ecumenismo della riconciliazione” insieme ad un “ecumenismo della vita”, che sono pre-condizioni essenziali per arrivare alla piena unità. E mai come quest’anno la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani ha un senso profondamente europeo.
“Cari fratelli, la divisione è una ferita nel corpo della Chiesa di Cristo. E noi non vogliamo che questa ferita permanga.” Lo dice Papa Francesco, in un videomessaggio inviato ai partecipanti alla giornata di dialogo e preghiera organizzata il 23 maggio dalla diocesi di Phoenix (Stati Uniti). Cattolici e pastori evangelici di orientamento pentecostale, tra i quali il pastore casertano Giovanni Traettino, amico del Papa che lo andò a visitare personalmente lo scorso luglio, si sono uniti dalle 9 alle 17 in preghiera per favorire l’unità dei cristiani. E il Papa, nel videomessaggio, ha detto di essere idealmente con loro.
“Oggi più che mai siamo uniti dall’ecumenismo del sangue, che ci incoraggia ulteriormente nel cammino verso la pace e la riconciliazione”. In un messaggio a sua Santità Tawadros II, Papa Francesco ricorda il secondo anniversario della visita del “Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di Marco” e “assicura alla comunità cristiana in Egitto e in tutto il Medio Oriente”, la sua “incessante preghiera”, con un ricordo particolare “per i fedeli copti recentemente martirizzati per la loro fede cristiana”: “che il Signore – scrive - li accolga nel suo Regno”.