A Panama, leader religiosi ebrei, musulmani e di altre confessioni religiose si sono uniti per collaborare alla realizzazione della GMG 2019, creando un precedente storico unico per il più grande evento cattolico al mondo.
A colpi di pedale in cima ai Gran Premi della montagna e poi in picchiata verso il traguardo, per trionfare nelle grandi corse e nelle classiche di mezza Europa. A colpi di pedale, a rischio della propria vita, per salvare centinaia di ebrei dalle persecuzioni nazifasciste, nascondendo documenti falsi nel telaio dell’inseparabile bicicletta.
Una celebrazione speciale quella dello scorso 24 marzo in Polonia, la prima Giornata Nazionale della memoria delle famiglie polacche che hanno aiutato gli ebrei durante la persecuzione nazista.
Cresce sempre il numero delle targhe che a Roma definiscono “casa della vita” un luogo che durante la Seconda Guerra Mondiale ha accolto ebrei per proteggerli dalle persecuzioni. E molti sono seminari e conventi.
Ci incontriamo “intorno alla Torah, vale a dire intorno al dono del Signore, alla Sua rivelazione, alla Sua parola. La Torah manifesta l’amore paterno e viscerale di Dio, un amore fatto di parole e di gesti concreti, un amore che diventa alleanza”. Lo ha detto il Papa, stamane, nel corso dell’udienza nella Sala Clementina al Rabbino Abraham Skorka per la presentazione di una speciale edizione della Torah, con il Gruppo editoriale.
“La nostra Congregazione in questa giornata così importante vuole testimoniare idealmente la vicinanza alle comunità ebraiche e a quanti soffrono e vengono perseguitati a causa della propria fede”. E’ quanto dichiara Don Tarcisio Vieira, superiore generale dell’Opera Don Orione in occasione della Giornata delle Memoria che si celebra domani 27 gennaio.
L'incontro con la Comunità Ebraica significa "affermare la centralità di Dio, della persona umana creata a Sua immagine e per questo chiamata, nella libertà, alla santità di vita attraverso la fraternità, la misericordia, la giustizia e l’amore". Lo ha detto il Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola che ieri ha visitato la Sinagoga del capoluogo lombardo in occasione della Giornata del Dialogo Ebraico-Cristiano.
Il 28 ottobre 1965 veniva promulgata la dichiarazione conciliare Nostra Aetate grazie alla quale la Chiesa ha compiuto grandi passi nei rapporti con l'ebraismo, rovesciando duemila anni di pregiudizi e antisemitismo.
Ha gli occhi brillanti Gabriele Sonnino mentre parliamo nel cortile del Fatebenefratelli, l’ospedale più antico di Roma che per qualche settimana lo ha ospitato durante la occupazione nazista di Roma. Non era malato.
La battaglia di Lepanto ha segnato la storia del ‘500 nel mediterraneo. A bordo delle navi cristiane che sconfissero quelle ottomane c’era addirittura alcune guardie svizzere mandate dal Papa.
É una grande storia di conversione e di ecumenismo quella di Maria Elisabetta Hesselblad che diventerà santa a giugno a Roma.
Oggi scriviamo ancora una volta la storia. Il presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello si dice emozionata nel ricevere il terzo pontefice nel Tempio Maggiore di Roma. Il Papa aveva appena sostato in preghiera davanti alle due lapidi del dolore della Comunità di Roma quella che ricorda la deportazione dei nazisti e quella che ricorda l'odio terrorista e la morte del piccolo Stefano Gay Tache. Rose bianche e commozione.
Dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è la volta di Papa Francesco. E’ il terzo Vescovo di Roma a visitare la Sinagoga della Capitale. “Nella mia prima visita a questa Sinagoga come Vescovo di Roma – ha esordito Francesco – desidero esprimere a voi, estendendolo a tutte le comunità ebraiche, il saluto fraterno di pace di questa Chiesa e dell’intera Chiesa cattolica”.
Roma è "la città in cui sono sepolti gli apostoli Pietro e Paolo. Entrambi sono, per tutti i cristiani, punti di riferimento essenziali: sono come colonne della Chiesa. A Roma si trova la comunità ebraica più antica dell’Europa occidentale, le cui origini risalgono all’epoca dei Maccabei. Cristiani ed ebrei vivono dunque a Roma, insieme, da quasi duemila anni". Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo in udienza i partecipanti al Convegno internazionale promosso dall’International Council of Christians and Jews
Terra Santa e Medio Oriente “richiedono un impegno coraggioso per la pace: essa non soltanto va desiderata, ma ricercata e costruita pazientemente e tenacemente, con la partecipazione di tutti, in particolare dei credenti". Il Papa riceve una delegazione di B’nai B’rith International e spiega: “Guardando a questi cinquant’anni di storia del dialogo sistematico tra la Chiesa cattolica e l’Ebraismo, non posso che ringraziare il Signore per tanti progressi compiuti”.