Si tiene in questi giorni, presso la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, una Conferenza internazionale organizzata dalla stessa Accademia e dall’Istituto di Ricerca sulla Pace di Oslo per commemorare il sessantesimo anniversario della pubblicazione della Pacem in Terris, la storica enciclica di Papa Giovanni XXIII. La conferenza si concentra in particolare sui temi del disarmo, e del disarmo, ed è su quello che Papa Francesco concentra un messaggio inviato al Cardinale Peter Turkson, Cancelliere dell’Accademia.
Si è parlato di questione palestinese e di costruzione della pace alle Nazioni Unite di New York; di disarmo nucleare e sviluppo alle Nazioni Unite di Ginevra; ma è arrivata anche una richiesta di mediazione arrivata direttamente dal Camerun. Questi i temi della settimana della diplomazia pontificia.
Papa Francesco reitera l’impegno nel costruire un mondo senza armi nucleari, e rimarca ancora una volta la necessità di un impegno condiviso per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico, collegandolo alla situazione delle popolazioni indiane colpite dal ciclone Okhi e alle alluvioni in Albania. Tutto questo al termine del consueto Angelus della domenica, tutto dedicato al tema del “vigilare" con cui si è cominciato l’Avvento.
Una conferenza sul disarmo, con una particolare enfasi sul disarmo nucleare, si terrà in Vaticano il prossimo 10 e 11 novembre.
Nel discorso di inizio anno di Papa Francesco agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, c’è un riferimento al Primo Summit Umanitario Mondiale convocato dalle Nazioni Unite. Il Summit si terrà a Istanbul, Turchia, il 23 e 24 maggio, e sarà un momento cruciale anche nello sviluppo del diritto umanitario. Un tema su cui la Santa Sede è particolarmente impegnata.
“Un mondo senza armi nucleari non è soltanto un ideale morale ma deve essere perseguito attraverso concrete iniziative politiche, soprattutto da parte delle potenze nucleari”. Perché “mentre è impossibile immaginare un mondo in cui le armi nucleari siano a disposizione di tutti, è ragionevole immaginare un mondo in cui nessuno le abbia e lavorare insieme per tale obiettivo”.
L’accenno di Papa Francesco nell’Urbi et Orbi di Pasqua agli accordi di Losanna sul nucleare iraniano ha testimoniato l’attenzione della Santa Sede sul tema del disarmo nucleare. Da tempo, la Santa Sede è impegnata sul tema del disarmo nucleare, e proprio ieri l’Osservatore Permanente delle Nazioni Unite a New York ha promosso con il Global Security Institute un incontro su “Armi nucleari e bussola morale”. La posizione vaticana è estremamente equilibrata: da una parte, si devono mettere in luce i grandi benefici che si possono avere dalla tecnologia nucleare. Dall’altra, si sottolinea l’assoluta necessità di un disarmo nucleare. Che avvenga subito, e nel modo più completo possibile.