Più di due dozzine di difensori dei diritti umani stanno esortando il Congresso a chiedere al Dipartimento di Stato di reinserire la Nigeria nella lista dei peggiori violatori della libertà religiosa al mondo.
Una giovane inglese con la sindrome di Down sfida le le leggi sull'aborto del Regno Unito alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
ADF International ha dichiarato che la sua inclusione in un rapporto in cui si afferma che "estremi religiosi" stanno cercando "di annullare i diritti umani nella sessualità e nella riproduzione" fa parte di una "campagna diffamatoria mirata".
Non solo il dibattito parlamentare. Mentre si prepara la discussione del “Rapporto Matic” sui diritti sessuali e riproduttivi, che se approvato accetterebbe l’idea dell’aborto come “diritto umano”, una lobby che sostiene l’ideologia dietro il rapporto ha pubblicato uno studio, chiamato “La punta dell’iceberg”, in cui punta il dito, facendo nomi e cognomi, contro tutte le organizzazioni che invece si impegnano a sostenere il diritto alla vita, etichettate come “estremisti religiosi” e messe sotto accusa anche per la loro raccolta fondi.
I diritti umani saranno il tema di una serie di trasmissioni di Radio Onda UER, la web radio di Formazione Integrale dell’Università Europea di Roma.
La settimana di Alto Livello delle Nazioni Unite si è aperta con un intervento del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, alla commemorazione dei 75 anni delle Nazioni Unite, e si è conclusa con un video messaggio di Papa Francesco il 25 settembre, che ha sostenuto ancora una volta l’idea di una agenda multilaterale.
"Oggi, 14 febbraio 2020, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2020, ha avutoluogo un incontro tra Sua Eccellenza Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gliStati della Santa Sede, e Sua Eccellenza il Sig. Wang Yi, Consigliere di Stato e Ministro degli AffariEsteri della Repubblica Popolare Cinese".
C’è una provocazione, un filo rosso che collega l’incontro sui settanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo organizzato dalla Santa Sede alla Pontificia Università Gregoriana e la conferenza sul settantesimo della Dichiarazione organizzata alla Pontificia Università Lateranense: settanta anni dopo, si potrebbe cominciare a ragionare su come ripensare i diritti dell’uomo.
“Osservando con attenzione le nostre società contemporanee, si riscontrano numerose contraddizioni che inducono a chiederci se davvero l’eguale dignità di tutti gli esseri umani, solennemente proclamata 70 anni or sono, sia riconosciuta, rispettata, protetta e promossa in ogni circostanza”.
“Occorre, invece, recuperare la dimensione oggettiva dei diritti umani, basata sul riconoscimento della «dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, [che] costituisce il fondamento della libertà della giustizia e della pace nel mondo»”.
"Dove c’è acqua c’è vita, e allora la società può sorgere e progredire. Ed è urgente perché la nostra casa comune ha bisogno di protezione e, inoltre, che si comprenda che non tutta l’acqua è vita: solo l’acqua sicura e di qualità". Lo ha ribadito questo pomeriggio Papa Francesco intervendo alla sessione conclusiva del Seminario sul tema Il diritto umano all’acqua, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze.
È con un lungo discorso al Palazzo di Vetro che tocca tutti i punti, dalle migrazioni, ai conflitti, all’impegno per la pace, che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, celebra il 70esimo anniversario delle Nazioni Unite. Un discorso che mette in luce le luci, ma anche le ombre dell’organizzazione internazionale, certo che “riconoscere i limiti dell’organizzazione” non è lo stesso che “lamentarne il fallimento.” Parole diplomatiche, a segnalare che la Santa Sede crede ancora nelle Nazioni Unite. Ma anche che pensa – da sempre – ad una riforma dell’organizzazione, che la renda davvero rappresentativa di tutte le nazioni.
“Aprire le sbarre che imprigionano la dignità umana: un piano per trasformare il sistema di detenzione degli immigrati negli Stati Uniti”. É il titolo del rapporto dei vescovi degli Stati Uniti che chiedono una radicale riforma del sistema di detenzione degli immigrati clandestini per proteggere i più vulnerabili, come i richiedenti asilo e le famiglie, nel rispetto della legalità. Il documento, preparato dal Servizio per i migranti e i rifugiati della Usccb, in collaborazione Centro Studi sulle migrazioni (CMS), illustra le informazioni raccolte nei centri di detenzione in diversi Stati dell’Unione e nelle strutture cattoliche che assistono gli immigrati: parrocchie, mense per i poveri e opere caritative. Informazioni che evidenziano una situazione drammatica e disumana e i gravi limiti dell’attuale sistema: migliaia di persone entrate illegalmente nel territorio americano detenute come criminali; famiglie divise; bambini traumatizzati dalla separazione dai genitori; situazioni di segregazione e disperazione.
"Leggo tutti i discorsi del Santo Padre, se continuerà a parlare così anch'io che sono comunista ricomincerò a pregare. E non lo dico per scherzo. Quando il Papa verrà a Cuba, prometto di assistere a tutte le messe che celebrerà". Che la frase del Presidente cubano Raul Castro non sia una battuta - dato il contesto ed il luogo in cui è stata pronunciata - è chiaro. Tuttavia parlare di un principio di conversione del leader cubano è probabilmente eccessivo.