Da New York a Ginevra, passando per Vienna: l’impegno diplomatico della Santa Sede passa anche attraverso gli interventi degli Osservatori Permanenti presso le organizzazioni internazionali, che in quest’ultimo mese si sono sempre più focalizzati su alcuni temi chiave: le politiche di pace; il traffico di esseri umani; il dramma dei rifugiati con annessa crisi di Aleppo.
Una disamina della situazione internazionale, la richiesta di centrare tutte le politiche dell’agenda 2030 sulla dignità dell’essere umano, e la consapevolezza che non c’è pace senza sviluppo umano integrale: il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, conclude la sua settimana alle Nazioni Unite delineando l’agenda della Santa Sede e chiedendo con forza l’impegno portato avanti dai governi.
Lotta la corruzione, la Santa Sede aderisce alla Convenzione ONU. Lo scorso 19 settembre, la delegazione della Santa Sede alle Nazioni Unite ha presentato lo strumento di adesione alla convenzione, che risale al 2003. Allo strumento di adesione, la Santa Sede ha accluso due riserve e tre dichiarazioni interpretative. La Convenzione entrerà in vigore per la Santa Sede e per lo Stato di Città del Vaticano il 19 ottobre.
Come combattere la radicalizzazione della religione? Con un maggiore impegno a fianco delle organizzazioni religiose. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nei suoi discorsi alle Nazioni Unite continua a reiterare quella che è diventata una linea decisa della Santa Sede. Ovvero che le religioni sono la soluzione, e non la fonte, del problema del radicalismo.
“Giustizia, concordia assieme a un vero processo della pace”: è questa la preghiera del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nell’omelia della Messa celebrata la sera del 7 settembre nel Pio Collegio Brasiliano a Roma. L’occasione era il 190esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra la nazione latinoamericana e la Santa Sede.
É un appuntamento consueto ormai da anni quello che porta la Libreria editrice vaticana a Pordenone. Per la X edizione de “ La Libreria Editrice Vaticana a Pordenone” che si svolgerà nella città friulana dal 25 al 29 ottobre 2016 quest’anno una anteprima a fine agosto con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Città del Vaticano.
La Santa Sede chiama all’appello gli Stati del mondo, con la fortissima richiesta di prendere una posizione e porre fine alla brutalità sui bambini nei conflitti armati, che mai ha raggiunto picchi come quello attuale.
La strada maestra è quella di “costruire ponti”. Ma questo “costruire ponti” non deve “essere solo uno slogan”, deve portare anche “ad una certa operatività”. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, parla a margine della presentazione del bilancio scientifico e sanitario del Bambino Gesù, che si è tenuto in Vaticano. Il cardinale plaude agli sviluppi dell’ospedale pediatrico del Papa, ne sottolinea l’umanità, e poi con i giornalisti si lascia andare ad una riflessione ad ampio raggio, che va dai temi della Giornata Mondiale della Gioventù in Polonia allo scenario internazionale.
Non c’è solo l’appello a un rinnovato ruolo delle religioni nella pace, diventato uno dei temi centrali della diplomazia della Santa Sede – un intervento simile era stato fatto a Ginevra, nemmeno sette giorni fa. L’Osservatore Permanente della Santa Sede a New York, l’arcivescovo Bernardito Auza, ha ribadito anche l’appello di Papa Francesco nel fermare la proliferazione delle armi e ha puntato il dito sulle armi sempre più sofisticate che vittimizzano le popolazioni.
Santa Sede e famiglia, è tempo di impegno internazionale. L’evento sull’Amoris Laetitia promosso dell’Osservatore della Santa Sede come “side event” del Consiglio per i Diritti Umani ONU riunito nella sua 32esima sessione ha rappresentato un punto fermo. Perché poi, nel corso di quella stessa sessione, gli Stati hanno anche votato una risoluzione che nomina per tre anni un esperto indipendente sui temi della discriminazione del gender. Ma lo stesso Consiglio ha poi anche approvato una risoluzione per la protezione della famiglia, che impegna tutti gli Stati a difendere la famiglia.
“La vocazione delle donne ha una vocazione specifica nella società umana”, e per questo le donne “devono essere incoraggiate ad abbracciare l’opportunità di sostenere la dignità della vita venendo coinvolte nell’educazione e nella loro partecipazione alla vita politica e civile”. Lo ha detto l’arcivescovo Ivan Jurkovic ad un dibattito sui diritti delle donne al 32esimo Consiglio dei Diritti Umani, lo scorso 16 giugno.
La lotta all’AIDS non è finita: l’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha parlato lo scorso 10 giugno al Palazzo di Vetro delle sfide date dallo sviluppo della malattia. Concedendo che sì, ci sono progressi nella lotta alla malattia. Ma che molto deve essere ancora fatto.
Il pregiudizio anti-cristiano, il meno accettabile. Monsignor Janusz Urbanczik, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) lo rimarca in una riunione del Consiglio Permanente, che si è tenuto lo scorso 9 giugno nella sede di Vienna.
Non è una “mera presenza di circostanza” quella della Santa Sede alla FAO, l’organizzazione ONU che si occupa di combattere la fame nel mondo. Lo ha sottolineato monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’organizzazione, al Consiglio della FO che è iniziato il 30 maggio e terminerà il 3 giugno. Un impegno certificato anche da un intervento del Cardinal Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, che ha fornito “un nuovo modo” di affrontare l’emergenza cibo sviluppata dalla Caritas.
Una preoccupazione costante per i conflitti dimenticati. La risposta ai nuovi fenomeni del traffico di droga e del traffico degli esseri umani. Il focus sull’immigrazione. L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, ha delineato le priorità delle Segreteria di Stato vaticana in un incontro di “aggiornamento” con la Fondazione Centesisum Annus Pro Pontifice lo scorso 14 maggio, concludendo così l’Assemblea annuale della Fondazione.
Incoraggiare a diventare artigiani della pace: è il mandato che Papa Francesco consegna ai nuovi ambasciatori di Seychelles, Thailandia, Estonia, Malawi, Zambia e Namibia, che oggi hanno presentato le loro lettere credenziali. Nel suo discorso, il Papa sottolinea che il servizio diplomatico è inteso “a prenderci cura dell’umanità del creato”, e mette in luce l’emergenza migrazioni, chiedendo di “prenderci cura di loro”.
Anche gli ambasciatori presso la Santa Sede saranno coinvolti nelle celebrazioni del Giubileo dei Senzatetto. Per ora, si tratta solo di una iniziativa personale delle ambasciate di Ungheria, Francia e Svizzera, le “nazioni di San Martino”, di cui ricorre il 1700esimo anniversario dalla nascita.
“La mendacità e la blasfemia dei gruppi terroristi che rivendicano di uccidere e opprimere in nome della religione deve essere apertamente denunciato nei modi più forti possibili.” L’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite.
Un piccolo cambio di protocollo, nessun cambio dottrinale. La visita del presidente argentino Mauricio Macrì lo scorso 27 febbraio ha segnato il debutto del cambio di protocollo che Papa Francesco ha chiesto per le visite dei capi di Stato. Macrì era infatti accompagnato da Juliana Awada, la sua terza moglie, che compariva anche nella foto ufficiale. Prima del cambio di protocollo questo non sarebbe stato possibile.
Dovere di proteggere”: è il tema ricorrente nella Segreteria di Stato vaticana, dipanato già nel 2014 dal Cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato, durate una settimana da lui trascorsa al Palazzo di Vetro dell’ONU. Un dovere di proteggere che si applica a temi come l’ambiente e la società. Ma che si applica con maggiore forza sui cristiani perseguitati. Lo sottolinea l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri vaticano”, in un intervento lo scorso 12 marzo all’Incontro di Formazione Missionaria promosso dalla Diocesi di Roma.