In attesa del ministeriale sulla libertà religiosa, la Segreteria di Stato degli Stati Uniti ha stilato il suo rapporto annuale sulla libertà religiosa, che conferma il trend già notato con i rapporti di Aiuto alla Chiesa che Soffre a quello di Open Doors.
Lo scorso 14 giugno, Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, ha avuto in Vaticano il terzo incontro ministeriale con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro per i Rapporti con gli Stati. Si è trattato di un punto della situazione, in vista del rinnovo del Parlamento e delle cariche.
Il 25esimo anniversario dei rapporti tra Santa Sede e Israele è stato festeggiato con un concerto di musica sacra ebraica nel Tempio Maggiore di Roma, la Sinagoga che ha visto le visite di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco. Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha partecipato ai festeggiamenti e letto un discorso inaugurale.
La notizia della visita del presidente Putin a Papa Francesco ha monopolizzato l’attenzione diplomatica. Intanto, dall’8 al 10 giugno (non il 14, come avevamo dato notizia) il Cardinale Pietro Parolin sarà in Kosovo per una visita con significati importanti, considerando che da poco il Papa ha elevato Pristina a diocesi.
Il viaggio in Romania di Papa Francesco dà l’occasione per fare il punto sulle relazioni tra Santa Sede e il Paese. Ma sono molti i fronti su cui è impegnata la diplomazia pontificia. Il Cardinale Parolin sarà a Pristina per la consacrazione della nuova cattedrale nei prossimi giorni e continua a monitorare la situazione in Venezuela, mentre l’arcivescovo Gallagher ha avviato i colloqui per una revisione del concordato tra Bolivia e Santa Sede.
La nomina del prossimo direttore generale della FAO potrebbe aprire nuovi canali di dialogo tra Santa Sede e Cina: si parla anche di questo nei corridoi diplomatici vaticani.
Un nuovo rapporto sulla persecuzione dei cristiani commissionato nel Regno Unito ha sottolineato che ormai la persecuzione è quasi al livello di un genocidio. È il secondo rapporto, dopo quello del dipartimento USA della Libertà Religiosa nel mondo, che mette in guardia dalla persecuzione anti-cristiana nel mondo. In entrambi i casi, si fa riferimento anche alla preoccupante situazione cinese.
Dopo il viaggio di Papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord, settimana diplomatica più “lenta” dal punto di vista ufficiale: un solo intervento della Santa Sede alle Nazioni Unite, mentre c’è stata notizia di due incontri del Cardinale Pietro Parolin. È stato annunciato anche che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, sarà in Polonia il 20 maggio.
È storia che è sempre stato complicato per la Santa Sede instaurare rapporti diplomatici con Paesi di tradizione ortodossa. Ma non è il caso di Macedonia e Bulgaria, che con la Santa Sede hanno ottimi rapporti. E che da 33 anni inviano una delegazione governativa in Vaticano per celebrare i Santi Cirillo e Metodio, che secondo il calendario gregoriano si celebrano il 24 maggio.
La priorità diplomatica della Santa Sede è quella di essere nelle zone più conflittuali del mondo, e in particolare oggi attenzione speciale va data alla situazione dei cristiani in Medio Oriente. La riforma della Curia rispecchia la chiamata di Papa Francesco all’uscita missionaria, ma non per questo un nuovo dicastero dell’evangelizzazione renderà meno importante la Congregazione della Dottrina della Fede. Lo spiega ad ACI Stampa il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, al termine di una conferenza tenuta al Festival della Religioni il 27 aprile.
C’è sempre preoccupazione per la situazione in Nicaragua, il nunzio in Ucraina in una intervista spiega la situazione del Paese, gli esuli cubani guardano alla Santa Sede come un possibile mediatore: la settimana dopo l’Urbi et Orbi di Pasqua, proseguono le attività della Santa Sede su vari fronti.
Nel giorno di Pasqua, Papa Francesco pronuncerà dalla loggia delle benedizioni la consueta benedizione Urbi et Orbi, alla città e al mondo. Gli occhi dei diplomatici saranno tutti focalizzati sul discorso, perché, come per l’Urbi et Orbi di Natale, Papa Francesco si potrebbe focalizzare su alcuni temi caldi della diplomazia pontificia.
Il ritiro spirituale dei leader del Sud Sudan in Vaticano si è concluso con l’implorazione di Papa Francesco affinché si mantenga la pace in Sud Sudan. Si lavora, adesso, per un viaggio di Papa Francesco nella regione.
La visita dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher in Sud Sudan precede un incontro ecumenico del leader del Paese africano in Vaticano, cui dovrebbe partecipare anche Papa Francesco. E testimonia il grande sforzo della Santa Sede per portare riconciliazione e giustizia nel Paese, con il sogno di un viaggio di Papa Francesco, reiterato recentemente al presidente Salva Kiir in visita in Vaticano.
Nonostante gli sforzi per difendere il diritto alla libertà religiosa, si assiste oggi “ad un deterioramento, e si potrebbe persino dire ad un attacco, a questo diritto inalienabile in molte parti del mondo”. Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, comincia da questo assunto il suo intervento al simposio “Stand together to Defend International Religious Freedom”, organizzato dall’ambasciata USA presso la Santa Sede.
Papa Francesco comincia oggi un viaggio in Marocco, che chiude il trittico dei viaggi nei Paesi a maggioranza islamica cominciato con l’Egitto nel 2017 e proseguito a febbraio con gli Emirati Arabi Uniti. Ma quale è lo stato delle relazioni tra Santa Sede e Marocco? Come si sono sviluppate nella storia?
Sebbene sia stata aperta una nunziatura in Sud Sudan, non è ancora tempo per un nunzio solo per il Paese. Come tradizione, infatti, “ambasciatore del Papa” a Giuba è stato nominato il nuovo nunzio in Kenya. Porterà avanti un compito delicato, e sarà chiamato anche eventualmente ad aiutare Papa Francesco a visitare il Paese, come desidererebbe.
Non è un appuntamento realmente diplomatico, ma ha allo stesso tempo un forte peso diplomatico: i vescovi europei della COMECE (la Commissione delle Conferenze Episcopali in Europa) hanno incontrato lo scorso 14 marzo il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker. L’incontro è avvenuto in vista delle prossime elezioni europee, in occasione della plenaria della commissione.
Per la prima volta, Papa Francesco aggiunge ai documenti in dono ai capi di Stato che gli vanno a fare visita la Dichiarazione sulla Fratellanza Umana, firmata negli Emirati Arabi Uniti con il Grande Imam di al Azhar al Tayib. Lo fa incontrando il presidente del Sud Sudan Salva Kiir Mayardit, al quale rinnova l’auspicio di poter compiere un viaggio nel Paese, desiderato ormai da tempo dal Papa.
La visita del ministro degli Esteri croato in Vaticano dello scorso 6 marzo ha toccato anche la questione del Beato Aloizje Stepinac, sul quale Papa Francesco aveva convocato una commissione mista croato-serba per fare luce sulla situazione storica, i cui lavori si sono già conclusi.