Come ogni anno, a inizio dicembre è tempo del ministeriale dell’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa. E, come di consueto, la Santa Sede invia l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, che non solo interviene, ma approfitta dell’opportunità anche per una serie di incontri bilaterali. L’arcivescovo Gallagher ha dato anche una intervista all’agenzia russa TASS, in cui ha parlato della visione della Santa Sede sul conflitto in Ucraina.
Dall’Asia alla Scandinavia, dall’Africa al Medioriente, è un gruppo nutrito di ambasciatori non residenti presso la Santa Sede quello che oggi ha presentato le lettere credenziali a Papa Francesco. A loro, il Papa non ha nascosto che la loro missione “inizia in un periodo di grande sfida per l’intera famiglia umana”, ma anche che “oggi più che mai, il nostro mondo sempre più globalizzato richiede urgentemente un dialogo e una collaborazione sinceri e rispettosi, capaci di unirci nell’affrontare le gravi minacce che incombono sul nostro pianeta e ipotecano il futuro delle giovani generazioni”.
Settimana ricca di eventi, per la diplomazia pontificia: molto lavoro nel multilaterale, e in particolare ai negoziati per la revisione della Convenzione per le Munizioni a Grappolo, molto lavoro sul fronte della promozione della fraternità secondo i dettami della Fratelli Tutti, che il Cardinale Parolin ha definito uno “strumento diplomatico”.
Dopo il coronavirus, una Europa più solidale: è questo il senso dell’appello dei presidenti delle Conferenze Episcopali di Europa, riuniti su iniziativa della COMECE per un singolare appello al continente.
Due discorsi, quattro incontri bilaterali: anche se non è stato fisicamente a Strasburgo, a causa delle restrizioni per il coronavirus, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha comunque potuto prendere parte agli eventi programmati per i cinquanta anni di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Consiglio d’Europa online. La modalità è stata quella che è già avvenuta per il suo viaggio a Bruxelles.
La seconda ondata di COVID 19 sta colpendo l’Europa, e le nuove restrizioni in alcuni Paesi mettono di nuovo in luce il rischio per la libertà religiosa, come era già successo durante la prima ondata. Ad oggi, sono già intervenuti i vescovi francesi e i giuristi cattolici portoghesi.
Il Cardinale Parolin non è potuto andare a Bruxelles come previsto, né a marzo, né in questa settimana, per celebrare i quaranta anni della COMECE e i cinquanta anni di relazioni UE – Santa Sede. Ha però tenuto vari incontri online, definendo le sue priorità per l’Europa. Vale la pena ricordare che l’arcivescovo Alain Lebeaupin, nunzio in Europa che sta per lasciare per raggiunti limiti di età, aveva avviato una serie di contatti con i commissari europei a luglio, per una risposta coordinata della Chiesa al dopo pandemia.
La settimana diplomatica di Papa Francesco si apre con l’incontro con il presidente della Croce Rossa Internazionale e si chiude con una serie di importanti interventi alle Nazioni Unite. Nel mezzo, una telefonata di Papa Franesco a Mahmoud Abbast, leader palestinese.
Che la speranza non muoia” La relazione del Cardinale Mario Zenari al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede aveva un titolo evocativo e importante. Lo scorso 15 ottobre, il nunzio si è seduto in aula nuova del Sinodo, in Vaticano per spiegare agli ambasciatori accreditati la situazione in Siria e la posizione della Santa Sede. Non è escluso che ci saranno altri briefing del genere, su altre situazioni “calde” della Santa Sede.
La presenza dell’arcivescovo Antonio Mennini come consigliere della nunziatura di Minsk è stata resa nota per la prima volta in un articolo sul portale della Chiesa cattolica bielorussa, in cui si raccontava della visita dei membri della nunziatura al nuovo metropolita ortodosso.
Ha colpito che il Cardinal Pietro Parolin abbia, lo scorso 30 settembre, tenuto un discorso di fronte ai valutatori di MONEYVAL, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta l’adesione degli Stati membri agli standard internazionali di lotta al riciclaggio e finanziamento al terrorismo. E tuttavia, il suo discorso ha testimoniato, una volta di più, che il percorso della Santa Sede verso la trasparenza finanziaria è una questione istituzionale, e che dunque non si può semplicemente considerare dal punto di vista finanziario. La Santa Sede non è una azienda, e come tale non si può comportare.
La settimana di Alto Livello delle Nazioni Unite si è aperta con un intervento del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, alla commemorazione dei 75 anni delle Nazioni Unite, e si è conclusa con un video messaggio di Papa Francesco il 25 settembre, che ha sostenuto ancora una volta l’idea di una agenda multilaterale.
Il Cardinale Parolin ne è certo: le Nazioni Unite sono necessarie “oggi più che mai”, anche se non sono perfette, hanno avuto i loro alti e bassi. Ma rappresentano comunque un punto di riferimento per tutti i popoli, che da sempre hanno guardato all’organizzazione come una risorsa di speranza per la pace nel mondo e l’armonia tra gli Stati.
Il segretario di Stato vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, è stato in Croazia, dove a Spalato ha ordinato vescovo Ante Jozic, nominato il 21 giugno scorso come “ambasciatore del Papa” presso la Bielorussia. Jozic partirà presto per Minsk, dove troverà una situazione molto complessa, con la Chiesa che si sente sotto persecuzione e l’arcivescovo di Minsk impossibilitato a rientrare.
Ad Helsinki, 45 anni fa, si firmò l’Atto finale di una conferenza che avrebbe poi dato vita all’OSCE. Ed è da quell’atto finale, con il VII principio centrato sulla libertà religiosa e sottoscritto anche dai Paesi del blocco sovietico che questa libertà religiosa non la applicavano in patria, che cominciò il lento dissolvimento della Cortina di Ferro, fino alla caduta del Muro di Berlino del 1989.
L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i rapporti con gli Stati, è dall’11 settembre in Bielorussia, inviato da Papa Francesco, per una serie di incontri con le autorità. Dopo aver inviato il Cardinale Parolin in Libano ad un mese dall’esplosione nel porto di Beirut, il Papa invia dunque il suo “ministro degli Esteri” a scandagliare la situazione in Bielorussia, dove la Chiesa protesta per essere perseguitata dal governo.
Il primo presidente a visitare Papa Francesco dallo scoppio dell’emergenza coronavirus sarà il polacco Andrzej Duda, che arriverà in Vaticano il 25 settembre. È il segno che anche la vita vaticana riprende, seppur lentamente. In questo mese, quattro ambasciatori sono attesi per le lettere credenziali, mentre prenderà congedo da Papa Francesco l’ambasciatore di Croazia presso la Santa Sede.
Nel corso di questa settimana, gli ambasciatori di Australia e Timor Est hanno presentato le lettere credenziali a Papa Francesco. Comincia per loro un mandato di rappresentanza del loro Paese presso la Santa Sede, ed entrando a far parte della comunità di 88 ambasciatori residenti a Roma.
Nella settimana in cui il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, è stato in Francia per celebrare la festa dell’Assunzione a Lourdes, molti eventi internazionali hanno toccato, direttamente e indirettamente, la Santa Sede: dalla situazione nel Caucaso a quella della diga sul Nilo dell’Etiopia, dalle proteste in Bielorussia al golpe in Mali, sono molti i fronti in cui la Chiesa si deve barcamenare, sia con il suo sforzo diplomatico che con il lavoro dei vescovi locali. Resta poi aperta la situazione del Libano: il patriarca maronita Bechara Rai ha stilato un memorandum per un riconoscimento della “neutralità” attiva del Paese che metta fine alle infiltrazioni dall’esterno.
Dopo le vacanze di luglio, Papa Francesco riprende anche alcuni degli incontri ufficiali. In attesa della visita del presidente polacco Duda, che dovrebbe essere prevista a dicembre, il Papa ha incontrato in questa settimana Michelle Bachelet, Alto Commissario Onu per i diritti umani. Papa Francesco sta anche valutando la bozza del messaggio che indirizzerà alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il suo 75esimo anniversario. L’assemblea, che si apre tradizionalmente a settembre, quest’anno avrà luogo in video conferenza.