Sarà una ripresa delle attività intensa, per il Cardinale Pietro Parolin, che è chiamato a visitare prima la Slovenia e poi la Spagna nella stessa settimana, per partecipare a due incontri particolarmente importanti: il Bled Strategic Forum e il II Incontro dei Leader Cattolici dell’America Latina.
Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è in Lituania per una visita ufficiale che si unisce alla ordinazione episcopale di Visvaldas Kulbokas. Lituano, monsignor Kulbokas è stato nominato lo scorso 15 giugno nunzio in Ucraina, anche per la sua conoscenza del Paese, di cui si era occupato quando era in servizio presso la Seconda Sezione della Segreteria di Stato. In Ucraina, il neo arcivescovo Kulbokas sostituisce l’arcivescovo Claudio Gugerotti, che è stato nominato nunzio nel Regno Unito, e arriverà in un momento particolarmente importante per la nazione: la visita del Patriarca Bartolomeo I, per i trenta anni dell’indipendenza dell’Ucraina, è anche un viaggio dai forti contorni diplomatici, osservato con attenzione dalla Russia, interessata anche per via dell’autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina concessa dal Patriarca di Costantinopoli ma fortemente contestata dal Patriarcato di Mosca.
C’è anche l’incaricato di affari ad interim per la nunziatura apostolica del Sud Sudan tra le variazioni dell’annuario pontificio che danno conto delle rotazioni tra Segreteria di Stato e nunziature. Sono nomine “oscure”, non vanno in bollettino come quelle dei nunzi, eppure fondamentali per comprendere in che modo si delinea la geografia della diplomazia del Papa. Ci sono anche i primi incarichi dell’ultima classe diplomata alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, la “scuola” degli ambasciatori vaticani.
L’UNESCO ha preso una posizione sulla decisione del governo turco di utilizzare la chiesa di Santa Sofia ad Istanbul e quella di San Salvatore in Chora come moschee. Già moschee, e poi tramutate in musei dopo la rivoluzione di Kemal Ataturk che stabilì lo Stato moderno in Turchia, le due antiche chiese si trovano ora ad essere al centro di un contenzioso con la storia. Possono, ancora, essere patrimoni dell’umanità se parte della loro identità è stata cancellata?
Una lettera del Cardinale Parolin alla Federazione delle Camere di Commercio Venezuelana ha suscitato la durissima reazione del presidente venezuelano Nicolas Maduro, che ha definito la missiva un “compendio di odio”. I rapporti tra Santa Sede e Venezuela sono così tornati tesissimi, dopo che una distensione sembrava esserci stata quando era prevista la presenza del Segretario di Stato vaticano alla beatificazione di José Hernandez Cisneros – viaggio poi annullato a causa della pandemia.
Il Cardinale Pietro Parolin sarà questo fine settimana nel Principato di Monaco, per celebrare i 40 anni della Convenzione tra Santa Sede e Principato che mise fine al privilegio del principe di Monaco di nominare il vescovo locale. È il terzo viaggio del Cardinale nelle ultime due settimane, il quarto nell’ultimo mese e mezzo, considerando anche il viaggio in Messico. Nel corso della settimana, il Cardinale Parolin ha incontrato Vincenzo Bassi, presidente della FAFCE; da cui è stato aggiornato sulle iniziative per la famiglia in Europa.
Un viaggio del Papa in Corea del Nord? Se ne parla da tempo, anche grazie alla mediazione del presidente sudcoreano Moon, che, quando andò in udienza dal Papa, portò informalmente un invito. Ma ora la possibilità è suffragata anche da un articolo dell’agenzia di Propaganda Fide Fides, che riferisce di un alto ufficiale che starebbe organizzando il viaggio.
Un viaggio in Germania, per celebrare i 100 anni di relazioni diplomatiche iniziate con l’apertura della nunziatura a Berlino guidata dall’allora arcivescovo Eugenio Pacelli, che poi sarà Papa con il nome di Pio XII. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è stato a Berlino, ha celebrato Messa, ha incontrato il presidente Steinmeier e il Cancelliere Angela Merkel, ma anche il ministro degli Esteri che – come aveva già fatto in Vaticano – ha puntato il dito sul dramma degli abusi nella Chiesa.
Cinque giorni in Messico per il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. Tra Città del Messico, Guadalupe e Regione dello Yucatan, il Cardinale Parolin ha invitato alla fine delle divisioni sociali, ha guardato ai popoli latino americani come una barca sballottata nel vento e nelle onde delle diseguaglianze sociali, ha chiesto un rinascimento nelle relazioni tra Chiesa e Stato in Messico.
Con un position paper, la Commissione delle Conferenze Episcopali Europee nell’Unione Europea (COMECE) prende una forte posizione contro il rapporto Matic presentato al Parlamento Europeo. Considerando l’aborto come diritto umano, il rapporto mette anche fortemente a rischio il diritto alla libertà di coscienza.
Sarà in Messico per ordinare vescovo Fermin Sosa, nominato nunzio apostolico in Papua Nuova Guidea. Il Cardinale Pietro Parolin, però, avrà anche un incontro con il governo, parteciperà ad un ricevimento in nunziatura e porterà la voce del Papa nel Paese che festeggia il bicentenario della sua indipendenza.
Potrebbe aggiungersi anche il presidente USA Joe Biden alla fitta agenda di incontri diplomatici di Papa Francesco prevista in questo giugno. Oltre alla possibile visita del presidente degli Stati Uniti, Papa Francesco riceverà i presidenti di Austria, Georgia e Cile, mentre presenteranno le credenziali gli ambasciatori di Gabon e Nigeria. A questo si aggiungono i preparativi per la giornata di preghiera per il Libano del prossimo 1 luglio; e la nomina del nuovo nunzio in Israele e Cipro, incarico chiave nello scacchiere diplomatico della Santa Sede.
La Santa Sede diventa Stato non membro osservatore della Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS ha riconosciuto formalmente lo status della Santa Sede in una risoluzione adottata per consenso nell’Assemblea Mondiale del 31 maggio. Fino ad ora, la Santa Sede partecipava alle assemblee dell’OMS come invitata ad hoc del direttore generale.
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, sarà in Messico a metà giugno, per ordinare vescovo monsignor Fermin Sosa, nominato nunzio in Papua Nuova Guinea. Dopo il viaggio che non ha potuto avere luogo in Venezuela per la beatificazione di José Gregorio Hernandez Cisneros, il segretario di Stato riprende dunque a viaggiare.
Parlando ai nuovi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede il 21 maggio, Papa Francesco ha chiesto di pregare per la Terrasanta. Era il culmine di una settimana in cui le vicende della Terrasanta sono state cruciali nella diplomazia pontificia: dalla telefonata di Erdogan a Papa Francesco all’incontro del Papa con il ministro degli Esteri Zarif, i temi hanno sempre riguardato il conflitto Hamas – Israele, lo status di Gerusalemme. Va fatto nottare che il dialogo è avvenuto con Paesi musulmani, mentre le parole cristiane sono state lasciate alle Chiese presenti sul territorio.
I diplomatici sono fondamentali nell’accompagnare il mondo alle prese con “nuove sfide etiche”, mentre la Santa Sede non smette di adoperarsi “per un mondo in cui la persona umana sia al centro”. Papa Francesco riceve un gruppo di nuovi ambasciatori non residenti accreditati presso la Santa Sede, delinea le sfide della diplomazia pontificia (pandemia, famiglia, cultura della cura, multilateralismo, ecologia umana) e rivolge un pensiero alla Terrasanta, dove tra l’altro c’è il primo cessate il fuoco a Gaza, chiedendo a tutti di unirsi in preghiera.
La visita del ministro degli Esteri palestinese in Segreteria di Stato vaticana lo scorso 6 maggio ha rimesso al centro il tema del Medio Oriente nell’agenda della Santa Sede. Non che il tema sia mai stato messo da parte, ma gli incontri personali hanno sempre il pregio di sollevare questioni, e sviluppare rapporti. È stato in Segreteria di Stato anche l’assistente al primo vice presidente di Azerbaijan Elchin Ambirbayov, che in una conversazione con ACI Stampa ha voluto stabilire il punto di vista azero sul conflitto in Nagorno Karabakh e sui rapporti con l’Armenia.
Quattro presidenti e un ministro degli Esteri nell’agenda di Papa Francesco per il mese di maggio. Il 3 maggio, Papa Francesco incontrerà iracheno Fuad Hussein. Il 6 maggio, il presidente svizzero Guy Predolin incontrerà il Papa, nell’ambito delle manifestazioni dell’annuale giuramento delle reclute delle Guardie Svizzere. Quindi, il 10 maggio, sarà il presidente della Lettonia Egils Levits a far visita a Papa Francesco, per celebrare i 100 anni di relazioni diplomatiche della Santa Sede con il Paese Baltico. E infine, il 27 maggio, saranno le delegazioni di Bulgaria e Macedonia, guidate dai presidenti Rumen Radev e Stevo Pendarovski, a incontrare il Papa nel tradizionale appuntamento per i Santi Cirillo e Metodio.
Sembra già un mondo post-coronavirus, per l’agenda di Papa Francesco. Dopo il viaggio in Iraq lo scorso marzo, il Papa ha ribadito, incontrando il presidente del Consiglio designato Hariri, di voler andare in Libano quest’anno. Un viaggio in Kazakhstan potrebbe avvenire l’anno prossimo, per partecipare al Congresso dei Leader del Mondo e delle Religioni tradizionali. Nell’occasione potrebbe anche esserci un incontro con il Patriarca di Mosca Kirill. E dall’Ecuador arriva la notizia che il Papa parteciperà al Congresso Eucaristico Internazionale di Quito nel 2024.
Il Cardinale Parolin lo aveva detto: l’enciclica Fratelli Tutti è uno strumento diplomatico. Questo approccio si è concretizzato lo scorso 15 aprile a Ginevra, quando un evento di Alto Livello alle Nazioni Unite ha messo insieme due cardinali e quattro direttori generali per discutere dell’impatto dell’ultima enciclica di Papa Francesco.