Il Bangladesh dell’armonia è anche il Bangladesh in cui questa armonia è messa in discussione. E per questo, assumono un particolare significato i due primi appuntamenti di Papa Francesco nella nazione, la visita al National Martyr’s Memorial e il Bangabandhu Memorial Museum.
“Quanto è bello quando i fratelli sono uniti”. È il salmo che Papa Francesco ha pensato, e riportato, durante il breve incontro con il tavolo interreligioso, nell’arcivescovado di Yangon.
Papa Francesco ha ricevuto ieri in Udienza Muhammad al-Issa, Segretario Generale della Lega Musulmana Mondiale. Lo stesso giorno ha avuto luogo, presso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, un incontro tra il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Dicastero e la delegazione, nel corso del quale è stato ribadito che religione e violenza sono incompatibili. A darne notizia ufficiale è un comunicato stampa della Sala Stampa Vaticana.
“Il dialogo interreligioso, fatto di contatti, incontri e collaborazione, è così un compito prezioso e gradito a Dio, una sfida protesa al bene comune e alla pace”. Papa Francesco accoglie cosi i partecipanti del “Korean Council of Religious Leaders” giunti a Roma in Udienza al Palazzo Apostolico.
L’impegno delle religioni è quello di cercare di ricostruire “l’armonia nelle molti parti del mondo lacerate dalla guerra e dal terrorismo”, creando” relazioni giuste” e “solidarietà fraterna”. Lo ha scritto Papa Francesco, in un messaggio inviato al venerabile Koei Morikawa, sommo sacerdote della denominazione buddhista tendai.
Invito “i fedeli cristiani ad aumentare le occasioni di incontro e le iniziative in comune, avendo come obiettivo la pace e la cura del mondo, la nostra casa comune, come ci ricorda Papa Francesco”. Lo scrive il Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola nel messaggio alla comunità musulmana in occasione della fine del mese di Ramadan.
Il Cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, è stato a Vienna lo scorso 7 aprile per definire la futura collaborazione con il KAICIID, centro per il dialogo interreligioso finanziato dall'Arabia Saudita.
Considerata “l’urgenza della materia nel contesto globale di oggi” si è pensato ad “un documento congiunto sull’educazione alla pace”. È l’impegno preso dall’Ufficio per il dialogo interreligioso e la cooperazione del Consiglio mondiale delle Chiese, insieme al Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, riunitisi in questi giorni nella sede del dicastero vaticano ( 30-31 gennaio ).
Nel primo anniversario dei tragici attentati terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi, la sede dell’UNESCO accoglie, due giorni dopo, l’evento “Reinventare la pace”.
Monsignor Miguel Ángel Ayuso Guixot, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, dopo la sua visita nello scorso mese di luglio, si recherà nei prossimi giorni al Cairo in Egitto per una riunione presso l’Università di Al-Azhar.
Si è svolto a Taiwan il primo incontro di dialogo cristiano - taoista, promosso dalla Taipei Baoan Temple Foundation, dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e dalla Chinese Regional Bishops Conference.
C’è un lungo abbraccio con il Patriarca Ilia II, che accompagna Papa Francesco fin quasi sulla scaletta dell’aereo. Il Papa lo bacia tre volte, nell’usanza georgiana, e poi si china per parlargli all’orecchio, con l’aiuto di un interprete. Forse è qui che si ricompongono definitivamente le fratture, dopo che già l’incontro di ieri sera a Svetitskhoveli aveva aperto al cammino dell’unità che viene dall’alto.
Scende il tramonto sulla cerimonia della accensione delle lampade, come tradizione una per ogni paese in guerra.
Il Papa arriva oggi ad Assisi, chiude un evento celebrativo iniziato già da qualche giorno con interventi, relazioni e saluti. Tutti inneggianti allo Spirito di Assisi, a quella atmosfera cioè che si creò 30 anni fa nella città di San Francesco quando Giovanni Paolo II guidò la preghiera comune di tutte le religioni per la pace.
Al Meeting dell’Amicizia tra i popoli continua il dialogo ‘politico-religioso’ tra intellettuali sulla convivenza tra i cristiani ed i mussulmani. Aziz Hasanović, è il Gran Muftì di Croazia, autorità riconosciuta dallo Stato e dai Governi del mondo, portatore di un modello di convivenza tra musulmani e cristiani, trasferitosi da Srebrenica dove ha avuto 38 membri della famiglia sterminati.
Venire alla Porziuncola in segno di pace come Francesco. E’ stato l’intento dell’Imam di Perugia Abdel Qader Moh’d che ha partecipato alla solenne celebrazione eucaristica delle Messa di ieri nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, presieduta dal Custode della Porziuncola p. Rosario Gugliotta e concelebrata da p. Raniero Cantalamessa. L’iniziativa rientrava nell’appello della comunità islamica francese e italiana, dopo l’uccisione di Padre Jacques Hamel, della preghiera condivisa di cattolici e musulmani nelle chiese italiane.
mam e fedeli musulmani pregano insieme ai cattolici nelle chiese di tutta Italia per la pace e contro il terrorismo. Per dimostrare che i cattolici e musulmani possono ancora dialogare e vivere in pace, soprattutto dopo l’uccisione di Padre Jacques, il sacerdote ucciso a Rouen in Francia. Anche a Santa Maria in Trastevere, alla messa domenicale delle 10, hanno partecipato gli imam di Roma e i rappresentanti della comunità islamica per prendere le distanze dal terrorismo.
Il Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, l'arcivescovo Miguel Ángel Ayuso Guixot, si è recato in visita all’Università di Al-Azhar.
Parla a nome di cristianesimo, buddismo, induismo, islam e ebraismo. E chiede di “non abusare della religione per giustificare la violenza”. Il KAICIID, ovvero il Centro Internazionale per il dialogo interreligioso e culturale intitolato a re Abdullah Bin Abdulaziz, ha rilasciato una dichiarazione a seguito degli attentati di Istanbul, Dacca, Baghdad e Medina.
Che Dio sia morto “è stata una notizia piuttosto prematura”, perché i media secolari sono pieni di notizie che riguardano eventi legati alla religione. Ma questi eventi “non riguardano quello che le persone di vera fede avrebbero voluto sentire”. Le cose fatte “in nome della religione”, compresa la violenza in nome di Dio, sono infatti parte delle notizie di ogni giorno. L’analisi, amara, è fatta dall’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite. Il quale indica anche una “road map” per uscire fuori dall’impasse.