Intensificare la collaborazione e lo scambio di esperienza tra il seminario di Qom e le istituzioni cattoliche, in modo da “creare una comunità delle religioni celesti al servizio dell’umanità”. L’aytatollah Alireza Arafi, rettore dell’Università Internazionale al Mustafa di Qom, in Iran, prende carta e penna e scrive a Papa Francesco a nome del Seminario dell’Iran e dei professori della comunità accademica sciita.
Sono due mani che si cercano, in segno di cooperazione e unità, a costituire il logo dell’incontro della Fraternità Umana che si tiene ad Abu Dhabi il prossimo 4 febbraio. È lì che andrà Papa Francesco. E ci sarà anche lo sceicco Ahmed al Tayyeb, grande imam di al Azhar. Sarà il quinto incontro tra i due.
Ci vuole uno sforzo da parte cristiana e da parte islamica per “scongiurare il discorso dell’odio” che è all’origine di “sospetti reciproci, discriminazioni, esclusione, marginalizzazione e risentimenti”. Lo dice il Cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in un messaggio inviato ai partecipanti dell’incontro dei delegati nazionali per i rapporti con l’Islam delle Conferenze Episcopali d’Europa.
In dialogo con l’Islam da una prospettiva teologico spirituale: i delegati nazionali delle Conferenze Episcopali Europee per i rapporti con i musulmani parleranno di questo a Scutari, in Albania, dal 7 al 9 febbraio prossimo.
Si sono incontrati per la prima volta in Vaticano a maggio 2016, poi in Egitto a marzo 2017, e si rincontreranno oggi nel Palazzo Apostolico: il terzo incontro tra Papa Francesco e il Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayed rappresenta il rafforzamento dei rapporti della Santa Sede con la principale istituzione sunnita.