Da circa un mese è iniziata una timida ripresa in tutti i settori della nostra società. E anche nelle diocesi stanno riprendendo le attività pastorali a partire dagli oratori, nonostante le difficoltà previste dalle normative sul distanziamento.
Si è celebrato in questi giorni il 57mo anniversario della morte di Papa Giovanni XXIII, oggi santo. Il “papa buono” è scomparso la sera del 3 giugno 1963. E’ stato prima sepolto nelle grotte vaticane e successivamente nella basilica di San Pietro.
Ogni anno, il Giovedì Santo, il vescovo riunisce il clero nella cattedrale per la celebrazione del Messa del Crisma.
Da lunedì i fedeli sono ritornati nelle loro chiese per partecipare alle liturgie eucaristiche anche se con alcune limitazioni. Domani le prime celebrazioni domenicali, sempre nel rispetto del protocollo firmato dalla Cei e dal Governo Italiano, nella festa dell’Ascensione anticipate questa sera dalle liturgie prefestive.
In tante chiese, basiliche, parrocchie fervono i preparativi per “aprire” le liturgie con la presenza del popolo dopo alcuni mesi. La data è lunedì 18 maggio.
Fino a pochi giorni lo slogan era #restateacasa. Uno slogan ancora valido anche si apre qualche spiraglio. E la Chiesa continua la sua missione. In vista dell’estate, ormai alle porte, l’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei invita a declinare il #restateacasa in un #rESTATEincammino con l’invito a progettare, organizzare e realizzare percorsi lungo gli antichi e nuovi Cammini, sia per fasce d’età sia specificatamente per famiglie.
Farsi carico di chi ha più bisogno oggi a causa, spesso, della perdita del lavoro. Ieri, Festa del lavoro e dei lavoratori vissuta in tutta Italia nell’incertezza totale. La Chiesa italiana non è rimasta con le mani in mano.
La Basilica di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, nella diocesi di Cremona ma provincia di Bergamo, ospiterà l’affidamento dell’ Italia alla protezione della Madre di Dio come segno di salvezza e di speranza.
In questo momento di pandemia l’esperienza di fede è stata una forza morale che ha permesso di affrontare con nuovo slancio una stagione impensabile ed impensata, hanno detto i vescovi del Consiglio Permanente della Cei che si è riunito, in videoconferenza, giovedì scorso
Una Settimana Santa a porte chiuse quella che abbiamo vissuto e che rimarrà sicuramente nella storia. Una Settimana Santa e una Pasqua che ha messo e mette a dura prova i credenti che seguono i vari riti da casa attraverso diversi mezzi di comunicazione. Quindi nessuna lavanda dei piedi, né processioni né veglie di Pasqua nelle Chiese. A celebrare sacerdoti e vescovi ma senza concorso di popolo.
Domani, Domenica delle Palme, inizia la Settimana di Passione, morte e Resurrezione di Gesù. Messe e funzioni religiose, compresa quella della domenica di Pasqua, saranno celebrate senza fedeli, che potranno seguirle solo in tv o sui social.
Ieri sera in tutto il mondo le immagini di Papa Francesco sul sagrato della basilica di San Pietro con la benedizione eucaristica data “Urbi et Orbi” per chiedere la fine di questa pandemia. E’ stato “un venerdì di misericordia” anche in Italia dove i vescovi, su invito della Conferenza Episcopale Italiana, si sono recati in un cimitero della propria diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione dei defunti.
E’ tornato a casa mercoledì il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, dopo un periodo di ricovero in ospedale a causa del Covid19.
Si susseguono, in queste ore, le iniziative a livello diocesano, parrocchiale ma anche dei movimenti e associazioni cattolici, per essere più vicini ai fedeli che in questi giorni – fino al 3 aprile - non potranno partecipare alle celebrazioni liturgiche.
Molto prima del coronavirus in Piemonte, in occasione di epidemie di peste, colera, influenza spagnola c’era un luogo dove si poteva pregare insieme e assistere alle celebrazioni liturgiche domenicali e…non solo. Si tratta di una piccola chiesa che si trova nelle Valli di Lanzo, sopra Ceres, dove nel 1575, per poter celebrare e partecipare alle liturgie nonostante la terribile epidemia di peste divampata quell’anno, si recavano i fedeli della zona.
Una Quaresima “insolita” questa che si è aperta mercoledì scorso a causa del coronavirus che ha causato molta preoccupazione e apprensione anche nelle comunità ecclesiali del nostro Paese.
I vescovi italiani da ieri sera stanno raggiungendo Bari dove è in corso, fino a domani, l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace” promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Per la conclusione nel capoluogo pugliese arriverà domani Papa Francesco.
La città di Bari e l’intera Puglia è in fermento in queste ore per preparare l’atteso arrivo di Papa Francesco, domenica prossima. Il Papa, infatti, concluderà l’Incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” che si aprirà il prossimo 19 febbraio.
“Insieme di principi, teorie, insegnamenti e direttive emanate dalla Chiesa cattolica in relazione ai problemi di natura sociale ed economica del mondo contemporaneo”. Così la Treccani definisce la Dottrina Sociale della Chiesa.
“Senza la dimensione della festa la speranza non troverebbe una casa dove abitare”. Così scriveva Giovanni Paolo II in Ecclesia in Europa. E la festa, soprattutto quella del Patrono, riesce a essere un momento di aggregazione per una intera comunità perché la festa fa parte dell’uomo.