“Dobbiamo pregare per questa Chiesa di Asti, affinchè arrivino vocazioni. Preghiamo il Signore perché benedica questa terra. Da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina; e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici. Ma oggi è ancora una volta il Vangelo a riportarci alle radici della fede”. Con queste parole Papa Francesco si presenta ad Asti, precisamente nella Cattedrale, dove per la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, presiede la Santa Messa e incontra la Comunità Diocesana dalla quale erano partiti i genitori per emigrare in Argentina e incontra i giovani provenienti da tutta la regione in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù celebrata oggi nelle Chiese particolari.
Oggi è l’ultima domenica dell’anno liturgico e la Chiesa celebra la solennità di Cristo re dell’universo.
Cristo “è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sull’omega, cioè sul traguardo finale. Il senso della storia lo si capisce tenendo davanti agli occhi il suo culmine: la fine è anche il fine”. Lo ha detto il Papa introducendo stamane la preghiera dell’Angelus in occasione della Solennità di Cristo Re.
Prima di terminare la Messa Papa Francesco ha voluto salutare i giovani panamensi e portoghesi presenti per il passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, “simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù. È un passaggio importante – ha sottolineato il Papa - nel pellegrinaggio che ci condurrà a Lisbona nel 2023”.
Nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo Papa Francesco ha presieduto la Messa – come ormai di consueto all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana - al termine della quale ha luogo il passaggio della Croce e dell’Icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù, dalla rappresentanza dei giovani panamensi ai giovani portoghesi. LA GMG di Lisbona è stata rinviata al 2023 per il dilagare della pandemia.
In questa domenica, con la quale si chiude l’Anno Liturgico, la Chiesa celebra la solennità di Cristo Re dell’Universo. La Parola di Dio applica a Cristo due immagini significative e cariche di conseguenze: quella del Re e quella del Pastore.
“La vita del creato non avanza a caso, ma procede verso una meta finale: la manifestazione definitiva di Cristo, Signore della storia e di tutto il creato. La conclusione della storia sarà il suo regno eterno”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante l’Angelus in occasione della solennità di Gesù Cristo Re dell’universo.
Oggi è l’ultima domenica dell’anno liturgico e la Chiesa celebra la solennità di Cristo re dell’universo.Il testo di Vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta un episodio della Passione di Cristo secondo il Vangelo di San Giovanni. In questo brano ci viene descritto l’incontro tra un prigioniero indifeso ed umiliato di nome Gesù ed il potente rappresentante dell’imperatore romano.
Si conclude con questa domenica l’Anno Liturgico. Con domenica prossima inizieremo il Tempo di Avvento. Oggi la Chiesa con la solennità di Cristo Re dell’Universo annuncia che Cristo, Redentore e Salvatore dell’uomo, è la meta del nostro pellegrinaggio terreno.
Tra rigide e imponenti misure di sicurezza, il Papa si è affacciato stamane alla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano per recitare la preghiera mariana dell’Angelus in occasione della Solennità di Cristo Re che conclude l’anno liturgico.
La luce si sa è importante, soprattutto nel nord Europa e soprattutto per pregare. Ne deve essere stato molto cosciente Tobias Unnerstal parroco di Kristus Konungen (Cristo Re), la parrocchia cattolica di Göteborg in Svezia, tanto da creare una illuminazione tale da essere stata ammessa tra i quattro finalisti nel concorso annuale per il premio svedese di migliore illuminazione. Il vincitore sarà proclamato l’8 settembre prossimo.