Se si vuole comprendere davvero la situazione umanitaria in Ucraina, si devono leggere i rapporti dei migliori inviati sul campo: le organizzazioni della Chiesa cattolica. Queste si sono riunite, dallo scorso marzo, in una iniziativa lanciata dall’International Catholic Migration Commission (ICMC) che si chiama “Catholic response for Ukraine” (CR4U) e che redige sul suo sito un rapporto settimanale sulla situazione sul terreno, sull’aiuto umanitario da prestare o prestato, includendo persino foto scattate da quelli che fanno parte del gruppo.
In un incontro con gli ambasciatori dell’Unione Europea presso la Santa Sede, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha sottolineato come la Chiesa sta affrontando la crisi in Ucraina, partendo dal principio, non negoziabile, di rimanere vicino al popolo. È stata l’occasione per presentare anche agli ambasciatori dell’Unione Europea la difficile situazione nel Paese.
La sfida della diplomazia pontificia in Europa sarà quella di contrastare la pressione sempre più alta perché l’aborto diventi un diritto umano riconosciuto dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo. La proposta è venuta da Emmanuel Macron, presidente di Francia, all’inaugurazione della presidenza di turno francese del Consiglio Europeo, mentre Roberta Metsola, nuova presiidente del Parlamento Europeo, nonostante sia sempre stata anti-aborto si è comunque impegnata a firmare una dichiarazione che lo sostiene. La prima risposta è arrivata da una lettera aperta della Federazione delle Associazioni Famigliari in Europa, a testimonianza di come i gruppi alla base siano importanti per portare avanti le buone battaglie ideologiche.
In un momento in cui l’Ucraina è sia teatro di un conflitto dimenticato che di un conflitto tutto interno al mondo ortodosso, l’arcivescovo maggiore Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolico Ucraina, lancia un appello affinché “l'ecumenismo sia tolto dalle mani dei diplomatici”, forte anche del lavoro ecumenico fatto sul campo con il Consiglio delle Chiese nel momento del conflitto.