Dal “prete guerriero” in India alla suora dei ragazzi in Pakistan, fino ai due missionari italiani colpiti in Madagascar. Non si ferma la diffusione del coronavirus, specialmente nel Sud del mondo, e colpisce i missionari, da sempre tradizionalmente i più esposti ad ogni tipo di malattia, perché sono in prima linea a dare cure, in Paesi spesso poveri, dove è più difficile contrastare il Virus.
“In questo momento di diffusione del COVID-19, denunciamo una realtà preoccupante per le persone vulnerabili che sono maggiormente a rischio di divenire vittime della tratta”. Lo dichiara il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John.
Il fenomeno del Covid-19 non è solo il risultato di avvenimenti naturali.
Anche al tempo del Covid 19 le diocesi italiane in festa per i loro Patroni. Tante infatti, con tutte le limitazioni dovute all’epidemia, non hanno rinunciato a pregare e chiedere la loro intercessione.
È stato annunciato il primo viaggio del Cardinale Pietro Parolin all’estero dallo scoppio dell’emergenza coronavirus: sarà in Francia, sulle orme del curato di Ars e delle apparizioni di Lourdes.
La Diocesi di Ischia continua ad essere particolarmente vigile sulle conseguenze della crisi economica e sociale originatasi con la pandemia di Covid-19, che tuttora fa sentire i suoi effetti.
In quello che è stato il primo grande incontro dopo la crisi da coronavirus, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha potuto incontrare gli ambasciatori di Europa presso la Santa Sede ad un pranzo organizzato dall’ambasciata di Francia in Vaticano. La conversazione ha toccato moltissimi temi, e rappresenta la summa del lavoro diplomatico della Santa Sede in questo ultimo anno.
Una visita per distribuire mascherine, ma anche per consegnare pacchi famiglia per aiutare le famiglie rom in difficoltà. Il Cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è stato il 13 giugno in visita al Polo ex Fienile di Tor Bella Monaca per incontrare i volontari dell’Associazione 21 luglio, e poi al campo rom di Castel Romano, per consegnare dei pacchi famiglia.
Ci potranno essere le processioni del Corpus Domini, e di conseguenza le processioni religiose delle molte feste patronali in Italia? Sì, ma rispettando i protocolli di sicurezza che sono già in atto per quanto riguarda le celebrazioni eucaristiche. Lo ha spiegato il ministero dell’Interno in una nota inviata alla Conferenza Episcopale Italiana.
Un mese dopo il lancio della Commissione Vaticana anti-Covid 19, la cabina di regia viene presentata ufficialmente. La commissione ha durata di un anno, è formata da cinque commissioni interdicasteriali che coinvolgono Caritas Internationalis, ma anche le Pontificie Accademie per la Vita e per le Scienze per la ricerca e anche i ricaschi sociali ed economici; il Dicastero per la Comunicazione vaticano per l’informazione; la Segreteria di Stato vaticana, e il suo “ministero degli Esteri” (la seconda sezione) per il coordinamento diplomatico internazionale.
Un protocollo per definire quando le celebrazioni religiose sono in sicurezza sanitaria. Lo ha stabilito l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo aver stabilito un tavolo che includeva organizzazioni cattoliche, in generale cristiane, musulmane, buddhiste, animiste. Ne è venuto fuori un paper esplicativo di sei pagine, un diagramma che definisce le caratteristiche che rendono le celebrazioni sicure, e un ringraziamento finale alla ventina di organizzazioni che hanno preso parte alla stesura delle linee guida.
Il 10 aprile, il virologo belga Emmanuel André lanciava l’allarme: “Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 325 morti e 171 nelle case di riposo nelle case di ripose nelle Fiandre segnalate tra il 18 e il 31 marzo, che portano ad un totale di 3.019 morti”. Sono state queste le parole che hanno fatto scattare l’ “allarme Belgio”, il Paese con il più alto numero di morti per contagio. Ma hanno anche fatto scattare il sospetto che tutti quei morti, soprattutto tra gli anziani, fossero l’ultimo rigurgito di una mentalità eutanasica che porta a considerare i vecchi pazienti da non curare, nemmeno quando c’è possibilità di farlo.
Le misure prese per contrastare la diffusione della pandemia del COVID-19 hanno portato anche ad una limitazione dell’accesso ai luoghi di culto per i fedeli, nonché all’impossibilità di partecipare alle Messe, visto il divieto di assembramenti anche per funzioni religiose. Per ora, l’urgenza della risposta della pandemia ha messo da parte il problema, che si riproporrà. Vale a dire: fino a che punto misure straordinarie dello Stato possono limitare la libertà di culto? In molti casi, la questione può diventare diplomatica, perché andrà richiesto che nelle misure sia inserita, almeno formalmente, la libertà di culto. Per ora, la Santa Sede non ha preso una posizione in merito, lasciando l’iniziativa ai vescovi locali. Il tema sarà di nuovo discusso in futuro.
Il cammino stazionale arriva a San Pietro. La basilica vaticana in questo 2020 è deserta più delle altre chiese, dove anche se non si celebrano liturgie pubbliche è per possibile entrare.
Era tornato a Nave, vicino Brescia, per curare i suoi problemi di salute, ma il suo sogno era di ricongiungersi con i suoi ragazzi in Africa. Non ce l’ha fatta il vescovo Angelo Moreschi, vicario apostolico di Gambella, in Etiopia, il cui fisico già debilitato già da diagnosi e diabete è stato colpito anche dal coronavirus. È il primo vescovo a morire per via della pandemia di Covid 19. Aveva 68 anni.
Da ieri pomeriggio anche la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme ha chiuso i battenti. Con i pellegrinaggi azzerati le autorità civili hanno deciso per questa misura eccezionale.
Continuano le Messe senza fedeli presso il Santuario del Divino Amore. Questa sera a celebrare è Monsignor Enrico Feroci, Parroco della Parrocchia di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva, Rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore.
Come vivere la Pasqua? Papa Francesco lo dice ancora in una intervista ad un giornale, La Stampa di Torino: “Con penitenza, compassione e speranza. E umiltà, perché tante volte ci dimentichiamo che nella vita ci sono le “zone oscure”, i momenti bui”.
“Ieri ho ricevuto il messaggio di un sacerdote del bergamasco che chiede di pregare per i medici di Bergamo Brescia Cremona che stanno al limite del lavoro, stanno dando la propria vita per salvare la vita degli altri.
“Nel contrasto alla diffusione del coronavirus,