I vescovi francesi si sono detti “rattristati” dalla decisione del Senato, e poi hanno lanciato una iniziativa di digiuno e preghiera. La Pontificia Accademia per la Vita ha sottolineato che “non esiste un diritto a sopprimere una vita umana”. Ma le parole più forti sull’inserimento nella Costituzione francese della garanzia della libertà per le donne di ricorrere all’aborto le ha dette un arcivescovo francese che ora non fa più l’arcivescovo, costretto a dimettersi a causa di una campagna stampa malevola che poi si è dimostrata, alla prova dei fatti e del tribunale, priva di fondamento. Perché l’arcivescovo Michel Aupetit, emerito di Parigi, non ha usato mezzi termini: “La Francia è diventato Stato totalitario”.
“Il diritto all’aborto sarà irreversibile”. A fine ottobre, il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato così la sua intenzione di avviare le procedure per inserire il diritto all’aborto nella costituzione francese. Dopo la legge sull’eutanasia, ancora da dipanare e la cui presentazione fu rinviata perché non accadesse durante il viaggio del Papa in Francia, il presidente francese impartisce un altro duro colpo alla cultura della vita. E i vescovi francesi non stanno a guardare.