“La libertà di espressione non deve espandersi al punto da offendere il sentimento religioso, la cui tutela è un diritto che deve essere trasversalmente salvaguardato.
Non è ancora finita, perché c’è una ulteriore possibilità di appello. Ma la decisione del 12 ottobre della Corte Europea dei Diritti Umani che ribadisce che no, la Santa Sede non può essere messa sul banco degli imputati per gli abusi sul clero, è comunque da considerare. Perché i casi di abuso hanno portato, da più parti, proprio all’idea di denunciare la Santa Sede, e persino di portare a testimoniare il Papa, o di considerare il Papa come responsabile perché i sacerdoti sarebbero suoi dipendenti. Era una strategia degli avvocati di creare clamore mediatico, forse, e cercare comunque di ottenere il massimo di risarcimenti. Ma, in questa strategia, si trova anche nascosto un attacco alla sovranità della Santa Sede.
“In questi ultimi giorni continuano le notizie di morte dei migranti via terra e via mare, ma continuano anche le notizie di una chiusura di Paesi europei al cammino dei migranti, con un pericoloso ritorno a nazionalismi che mette in discussione l’unità stessa dell’Europa. Speculare sulla vita umana dei migranti o respingerli in terra o in mare sono atti criminali - come ha ricordato domenica all’Angelus Papa Francesco - su cui dovrebbe procedere a un’indagine la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, afferma Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes.