Ripartire da quella che è stata il grande assente del tempo di pandemia: l’Eucarestia. I vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, riuniti per la prima volta on line dopo il necessario annullamento della plenaria a Praga per l’emergenza COVID, guardano al mondo dopo la pandemia sottolineando che è prima di tutto necessario tornare all’Eucarestia. Ci vuole, dicono, una fiducia riscoperta in Cristo, e quindi una solidarietà rinnovata, una rete tra persone che si aiutino l’un l’altro.
In questa settimana si è molto parlato di scuola e di “scuola in sicurezza”. Infatti, in gran parte del territorio italiano c’è stata la riapertura degli istituti scolastici per l’avvio del nuovo anno. Gli alunni e studenti sono rientrati nelle loro classi dopo oltre sei mesi durante i quali hanno fatto una esperienza “storica”: quella della didattica a distanza.
Non si terrà a Praga, come previsto, la plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. A causa della nuova diffusione dei contagi in Repubblica Ceca e delle relative misure restrittive, i presidenti delle Conferenze Episcopali di Europa si incontreranno invece on line, per discutere de “La Chiesa in Europa dopo la pandemia. Prospettive per il creato e la comunità”. Con la speranza di vedersi a Roma, per la plenaria 2021, che sarà quella in cui si celebreranno anche i 50 anni del CCEE.
“Negli ultimi mesi, tutti abbiamo sperimentato delle restrizioni. Le giornate, trascorse in uno spazio limitato, sembravano interminabili e sempre uguali.
‘Eucaristia, pane di vita’: è questo il titolo della Lettera pastorale del vescovo di Aosta, Franco Lovignana, all’inizio dell’Anno pastorale 2020-2021, che annuncia un biennio dedicato al Sacramento dell’Eucaristia e alla riorganizzazione territoriale della diocesi.
“La pandemia ha colto di sorpresa tutti. È stata una tempesta non prevista e non desiderata, dalla quale anzi pensavamo di essere protetti per la stolta convinzione di potere attraversare immuni il mare di questo mondo sconvolto da una globalizzazione che ha creato, assieme a innegabili progressi, disuguaglianze irresponsabili”. Lo scrive il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, nella nota pastorale per il prossimo biennio.
"Oggi desidero ringraziare tanti atleti di vari Paesi, che hanno offerto vari oggetti sportivi per l’asta solidale. Mi ha fatto molto piacere sapere che alcuni atleti hanno anche aperto la porta della loro casa per la gioia di un incontro diretto. L’iniziativa We Run Together ha fatto incontrare sullo stesso piano di dignità umana e sportiva campioni famosi e altri campioni che portano una disabilità e che così fanno onore allo sport". Con queste parole Papa Francesco accoglie in Udienza alcuni partecipanti all’iniziativa sportiva solidale We Run Together.
"Abbiamo costantemente bisogno di ricordare che tutto è in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri". Lo ribadisce Papa Francesco nel Messaggio in occasione dell’odierna Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato.
E' a Panama che questa volta ha pensato Papa Francesco. Il Pontefice fa arrivare la strumentazione sanitaria che serve a misurare la febbre e a valutare l'andamento dei contagi in situazioni rischiose come gli istituti di pena, i centri di accoglienza e le piccole comunità indigene dell'Arcidiocesi di Panama.
La Chiesa tedesca si mobilita in favore dei paesi più povere colpiti dal corona virus. La Conferenza episcopale tedesca (CET) ha deciso di dedicare la domenica del 6 settembre - “Domenica di preghiera e solidarietà” - alla raccolta di donazioni e collette durante le Sante Messedomenicali in favore di quegli ordini, diocesi e opere della Chiesa tedescaimpegnati internazionalmente a combattere il corona virus negli angoli più poveri del pianeta: dalla Bolivia al Guatemala, dall'Etiopia all'India, dal Perù alle Filippine.
"Ci prepariamo a vivere il tempo non certo facile della ripartenza che porterà con sé problematiche già vissute e l’accentuarsi di sofferenze legate alla crisi socioeconomica. La convivenza con Covid-19, purtroppo, è destinata a protrarsi nel tempo. Iniziamo, quindi, una vera attraversata del deserto che non sarà facile e in cui le nostre comunità sono chiamate a riscoprire la virtù cristiana della speranza, guardandosi e dal facile sconforto e dall’ottimismo di maniera, consapevoli che Gesù risorto non abbandona coloro che si affidano a Lui".
Da quassù lo sguardo spazia su un paesaggio infinito: i colli berici, alle spalle, davanti i monti Lessini e le montagne del Pasubio, le piccole Alpi, con l’altopiano di Asiago. Il cuore si allarga, non solo lo sguardo, e un soffio d’aria leggera, un dono in un pomeriggio assolato di agosto, accarezza il volto e l’anima.
Sono due le sfide che derivano dalla pandemia: quella di dover curare un “virus piccolo, ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero”, e quello di dover “curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, dell’emarginazione e della mancanza di protezione dei più deboli”.
È composto da 18 ventilatori Draeger per terapia intensiva e 6 ecografi portatili Fuji il “pacco anti-coronavirus” che l’Elemosineria Apostolica invia in Brasile nei prossimi giorni. I macchinari sono stati procurati attraverso donatori forniti dall’Associazione Hope Onlus, rende noto un comunicato dell’Elemosineria Apostolica.
“In riferimento ai quesiti provenienti dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione nei quali si richiedono osservazioni circa l’impiego di cori e cantori durante le funzioni religiose o in occasione di eventi di natura religiosa, il CTS segnala che, sulla base degli attuali indici epidemiologici, è possibile la reintroduzione dei cori e dei cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet". Lo comunica il Ministero dell’Interno alla Conferenza Episcopale attraverso una nota ufficiale diffusa oggi.
Si chiama #SicuramenteVicini il progetto messo in campo per l'estate delle ACLI di Roma e provincia, che prevede una serie di iniziative per sostenere e aiutare le persone maggiormente in difficoltà in questi mesi estivi, soprattutto dopo l'emergenza Covid-19.
Aule del catechismo e spazi parrocchiali a disposizione delle scuole romane per favorire a settembre la ripresa delle attività scolastiche. La proposta avanzata qualche giorno fa dalla Diocesi di Roma è diventato ieri un protocollo d'intesa.
Dal “prete guerriero” in India alla suora dei ragazzi in Pakistan, fino ai due missionari italiani colpiti in Madagascar. Non si ferma la diffusione del coronavirus, specialmente nel Sud del mondo, e colpisce i missionari, da sempre tradizionalmente i più esposti ad ogni tipo di malattia, perché sono in prima linea a dare cure, in Paesi spesso poveri, dove è più difficile contrastare il Virus.
“La crisi da coronavirus ha sorpreso tutti noi come una tempesta improvvisa, cambiando tutt’a un tratto e ovunque nel mondo la nostra vita familiare, lavorativa e pubblica”. Papa Francesco lo scrive nella prefazione al volume «Comunione e speranza» a cura di Walter Kasper e George Augustin edito dalla Libreria editrice vaticana.
"L’emergenza legata alla diffusione del COVID-19 oltre che sanitaria, sta diventando sempre più sociale". Questa è la denuncia della Chiesa in Umbria. "Colpisce soprattutto chi già viveva situazioni di difficoltà o di fragilità, creando nuove situazioni di povertà". Per questo la Caritas diocesana di Terni Narni Amelia e l’associazione di volontariato San Martino attraverso il progetto “Noi non ci fermiamo”, finanziato dalla Fondazione Carit e cofinanziato dalla diocesi di Terni-Narni-Amelia, intende realizzare "servizi di sostegno e aiuto a singoli e nuclei familiari con necessità di supporto economico".