In Ucraina non c’è una guerra religiosa. Anzi, le confessioni religiose si stanno impegnando per mantenere la pace religiosa, fanno iniziative insieme, e questo nonostante l’Ucraina sia al centro non solo di un conflitto militare, ma anche di uno scontro ecumenico da quando il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha concesso l’autocefalia alla Chiesa Ortodossa Ucraina, creando così una Chiesa nazionale ortodossa sganciata dal Patriarcato di Mosca. Ma questo non cambia il lavoro sul territorio, spiega l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
“La Presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, dando voce ai vescovi del Continente europeo, in questo drammatico momento di tensione intorno all’Ucraina, desidera esprimere la sua vicinanza alle Chiese che sono in Ucraina e a tutto il suo popolo, e invita la Comunità internazionale a sostenere il Paese di fronte al pericolo di un’offensiva militare russa”.
In un messaggio inviato ai vescovi ucraini in occasione dei loro esercizi spirituali annuali, Papa Francesco ha voluto sottolineare che “il mondo cerca, anche inconsapevolmente, la vicinanza divina”.
Una iniziativa nata con uno “stile nuovo”, per affrontare una emergenza, che ha coinvolto realtà cattoliche, ma anche al di fuori del mondo cattolico, perché “il Papa guarda ai poveri, non alla bandiera di chi aiuta ai poveri”. È tempo di bilanci per il Progetto “Papa per l’Ucraina”, ovvero l’iniziativa cominciata nel 2016 con una colletta straordinaria per il Paese che vive un conflitto oggi apparentemente dimenticato.
Il tema della libertà religiosa in Ucraina è stato oggetto di un incontro a porte chiuse organizzato dall’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede, e nell’occasione l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha tenuto un intervento in cui ha sottolineato l’importanza del dialogo e della diplomazia pontificia nel portare luce su situazioni dimenticate, come è appunto il conflitto in Ucraina.
“Alla vigilia di questa visita del Papa, abbiamo distribuito dei lavori speciali che portano il nome di padre Kowcz.” L’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, a capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, introduce così un grande personaggio dell’ecumenismo contemporaneo. E così il Beato Emilian Kowcz diventa uno dei tre personaggi intorno ai quali ruoterà la visita di Papa Francesco alla Basilica di Santa Sofia.
Durante il tempo di Natale, la diplomazia pontificia impegnata nel multilaterale si ferma. Non ci sono sessioni, né discorsi ufficiali. Ma non si ferma la diplomazia bilaterale. I nunzi sono prima di tutto vescovi, le loro omelie della notte di Natale rappresentano anche messaggi. Così come si moltiplicano, da parte dei vescovi, i messaggi per la pace nel periodo natalizio. Tutto prepara alla Giornata Mondiale della Pace, dedicata quest’anno ai migranti, e ai temi del primo incontro ufficiale di Papa Francesco nell’anno che viene, quello con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Quale è lo stato dei rapporti ortodossi-cattolici? È la domanda cui tenta di rispondere il metropolita Hilarion, a capo del Dipartimento di Relazioni Estere del Patriarcato Ortodosso di Mosca, in una “lectio doctoralis” tenuta oggi a Bari ricevendo la laurea “honoris causa” in Sacra Liturgia dalla Facoltà Teologica Pugliese.
Iniziativa “Il Papa per l’Ucraina”, termina il lavoro del Comitato Tecnico. A partire dal 31 agosto, il Comitato Tecnico nominato dal Papa per decidere la distribuzione dei fondi raccolti con la Colletta per l’Ucraina, terminerà il suo compito, e verrà sostituito dal Segretariato per l’iniziativa Papa per l’Ucraina.
Sei giorni intensi in Ucraina, per portare la vicinanza di Papa Francesco, arrivare fino alle zone dove il conflitto è ancora vivo, parlare con rifugiati e sopravvissuti, incontrare i giovani: il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione della Chiese Orientali, ha concluso ieri il suo viaggio in Ucraina. Quali sono stati i temi del viaggio?
Papa Francesco “segue da vicino il conflitto in Ucraina”. Lo dice Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, in una intervista in cui fa il punto del conflitto in corso.
È stato dal Papa lo scorso 10 novembre, e ha sicuramente riportato della situazione in Ucraina. Lo può fare con una certa libertà. Perché Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Comunità Greco-Cattolica ucraina, conosce il Papa dai tempi in cui questi era il Cardinale Bergoglio e l’altro il responsabile della comunità greco-cattolica di Argentina. Da quando è scoppiato il conflitto, l’arcivescovo Shevchuk è stato una voce forte del suo popolo. E la prima settimana di novembre è stato con il Consiglio delle Chiese ad Est dell’Ucraina, in una zona grigia che racconta molto della guerra dimenticata che sta avendo luogo in Ucraina.
Superare i conflitti, vincere l’odio con il bene, per fare dell’Ucraina un Paese libero ed europeo. È questo l’obiettivo che si deve porre la Chiesa in Ucraina, nelle parole di padre Oleksandr Khalayim, uno dei sette testimoni che, nel padiglione di Aiuto alla Chiesa che Soffre al Meeting di Rimini, hanno raccontato come si vive da cristiani perseguitati. Una esperienza peculiare, quella dei cristiani in Ucraina, che scompaiono spesso dagli occhi del mondo nonostante il conflitto sia sempre lì, ormai da anni, creando una emergenza umanitaria dura a morire.