Tra i nuovi martiri c’era un bambino ancora non nato. Un bambino di tre mesi. Un bambino di tre anni che, al rumore di mitra e di bombe, non si scompose, ma si limitò a dire “Basta, basta, basta” prima di essere raggiunto da una pallottola sul cuore. Una bambina di 12 anni che aveva profeticamente detto in tempo non sospetto: “Mi piace queste chiesa, vorrei morire qui”, e che, prima di morire, disse alla mamma di non preoccuparsi perché era incinta. E la mamma e il bambino che portava in grembo si salvarono dall’attacco terroristico, in maniera quasi miracolosa. Sono le storie delle vittime dell’attacco terroristico alla chiesa di Nostra Signore del Perpetuo Soccorso, cattedrale siro-cattolica di Baghdad. Era il 31 ottobre 2010.
La Biblioteca cristiana di Qaraqosh ha riaperto al pubblico la scorsa settimana. E la notizia non è di poco conto, se si conta che Qaraqosh si trova nella piana di Ninive, dove arrivarono i miliziani del sedicente Stato Islamico. E questi miliziani diedero alle famme la città, bruciando e depredando gran parte del patrimonio culturale e letterario.
“Che tu sia un nuovo Giona per Ninive”. È stato questo l’augurio che il Cardinale Rapahel Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, ha fatto al domenicano Najib Mikhael Moussa, nuovo vescovo di Mosul, quando lo ha ordinato lo scorso 18 gennaio. Un compito importante. Perché a Mosul, dal 2014, non c’era più stato un vescovo, dopo che Amel Nona era stato costretto a fuggire, come tutti. Tutto era stato spazzato via, anche la diocesi. Per questo, l’arrivo di un vescovo rappresenta, sono le parole del Cardinale Sako, “un segno di speranza”.
Una marcia di 140 chilometri, per chiedere la pace. Succede nel Nord dell’Iraq, dove il sabato prima della Domenica delle Palme i fedeli, sostenuti dal Patriarca caldeo Rafael Sako, sono partiti per compiere a piedi il percorso da Erbil ad Alqosh. Dal Kurdistan verso la piana di Ninive, quasi vicini alla zona di Mosul, dove ancora c’è battaglia. Per chiedere finalmente la pace nella loro terra e nel Medio Oriente.
Baghdad, un capodanno tra la gente. Nonostante le precarie condizioni di sicurezza, il patriarca Mar Louis Raphael I Sako è sceso nelle strade con il suo ausiliare Basel Yaldo, per mostrare la loro vicinanza con la popolazione. Ne dà notizia il sito Baghdadhope.