“«Crediamo»: la prima persona plurale, il noi ecclesiale, è il soggetto della fede.
Per ora è solo un desiderio, e sarà da vedere se si concretizzerà. Ma il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo lo ha voluto comunque annunciare, consapevole che la volontà c’è ed è reale: “Papa Francesco desidera celebrare l’anniversario del Concilio di Nicea insieme e pianifica di venire nella nostra nazione per visitare il Patriarcato di Costantinopoli, continuando poi verso Nicea e Iznik per una importante storica celebrazione di questo anniversario”.
Ricevendo nello scorso maggio i partecipanti alla sessione plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, papa Francesco aveva auspicato che la celebrazione del prossimo anniversario del Concilio di Nicea, nel 2025, “abbia una rilevante dimensione ecumenica… Nonostante le travagliate vicende della sua preparazione e soprattutto del successivo lungo periodo di recezione, il primo Concilio ecumenico è stato un evento di riconciliazione per la Chiesa, che in modo sinodale riaffermò la sua unità intorno alla professione della propria fede”.
Un anniversario che si prepara del tutto speciale quello del Concilio di Nicea,
A una settimana dalla Solennità della Pasqua, dall’ebraico pesaḥ, che significa “passaggio’’, ci interroghiamo sulla storia che portò a stabilire la data di questa solennità: Perché e quando si decise la data variabile della Pasqua? Perché fu un imperatore, Costantino, a voler trattare tale questione? E perché tra i cristiani non c’è una data comune?