Una delle eredità del coronavirus è la forte limitazione alla libertà di religione, che ha portato alla chiusura dei luoghi di culto e della proibizione delle liturgie. E per questo, i vescovi europei invocano “il ristabilimento di relazioni Stato-Chiesa normali e basate sul dialogo ed il rispetto dei diritti fondamentali”. Riunite in videoconferenza, le presidenze di CCEE e COMECE centrano la loro discussione annuale sull’Europa dopo la pandemia. E il tema della libertà religiosa emerge prepotente, insieme al ruolo centrale della famiglia in tempo di pandemia, il rischio dell’individualismo, il lavoro fatto dalla Chiesa, la sfida data dalle liturgie in streaming.
Una preghiera comune a Dio, per chiedere “aiuto, conforto e salvezza”, è stata redatta dai Cardinali Angelo Bagnasco e Jean-Claude Hollerich e diffusa oggi, come conforto e sostegno per i vescovi di tutta Europa.
Papa Francesco ha benedetto il lavoro della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europee e della Conferenza delle Chiese Europee in una udienza concessa ai presidenti delle due organizzazioni in una udienza privata concessa lo scorso 30 gennaio.
“Sono passati 75 anni dalla liberazione del campo di concentramento e sterminio nazista tedesco Auschwitz-Birkenau (27.01.1945), e questo luogo ispira ancora terrore”.
Per l’incarico di segretario generale della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea è stato scelto un sacerdote di Madrid, con un background da psicologo e una forte esperienza nel campo ecumenico. Dall’1 settembre, padre Manuel Enrique Barrios Prieto prenderà l’incarico di numero 2 dell’organismo della Chiesa che monitora le attività del Parlamento Europeo, conosciuto con l’acronimo COMECE.
Una conversazione, più che un incontro, durata circa mezzora, durante la quale Papa Francesco si è detto preoccupato per la pace del continente e per i crescenti nazionalismi e le recenti elezioni europee sono state discusse.
Non è un appuntamento realmente diplomatico, ma ha allo stesso tempo un forte peso diplomatico: i vescovi europei della COMECE (la Commissione delle Conferenze Episcopali in Europa) hanno incontrato lo scorso 14 marzo il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker. L’incontro è avvenuto in vista delle prossime elezioni europee, in occasione della plenaria della commissione.
È arrivato fino al confine dei territori occupati, ha tenuto una conferenza sulla diplomazia pontificia, ha incontrato le autorità: due anni dopo la visita di Papa Francesco, nel centenario della dichiarazione di indipendenza della nazione, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati, è stato in Georgia per una serie di incontri di alto livello.
“Ai genitori di Alfie dico di continuare a lottare e di continuare a sperare, perché sicuramente nella loro forza di lottare c’è l’aiuto di qualcuno che è più grande di loro”. Il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, affronta la questione del piccolo Alfie Evans nel corso di una conferenza stampa organizzata quasi al termine del suo viaggio nelle istituzioni europee.
“Qual è la nostra responsabilità in un tempo in cui il volto dell’Europa è sempre più connotato da una pluralità di culture e di religioni, mentre per molti il cristianesimo è percepito come un elemento del passato, lontano ed estraneo?”.
Mutamenti climatici e la necessità che ne deriva di cambiare a medio termine il nostro stile di vita non sostenibile. Ad essi collegato è anche il problema dei costi del cambiamento ecologico e della loro distribuzione; aumento dei cambiamenti nel mondo del lavoro tramite la digitalizzazione, l'impiego della tecnologia robotica, i rapporti di lavoro precari e soprattutto l'alta disoccupazione giovanile in singoli paesi. A ciò collegata è la fondamentale questione del valore del lavoro e della dignità dell’uomo; movimenti di fuga e migrazione emersi nella cosiddetta crisi dei profughi. Le cause di questi movimenti migratori sono molteplici e da cercare, tra l''altro, anche in Europa, nel nostro stile di vita che va spesso a spese di altri. Soluzioni e risposte sostenibili esigono un esame approfondito”. Sono alcune delle sfide che sta affrontando e continuerà ad affrontare l’Unione Europea, secondo il Cardinale Reinhard Marx - Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Unione Europea - che stamane ha presentato Dialogo (Re)Thinking Europe. Un contributo cristiano al futuro del Progetto Europeo, organizzato in collaborazione con la Segreteria di Stato.
Si terrà in Vaticano dal 27 al 29 ottobre il convegno (Re)Thinking Europe. Il perché lo racconta ad ACI Stampa Padre Olivier Poquillon, segretario generale della COMECE.
Nel 1990 per la prima volta venne lanciata la Giornata Internazionale dei Rom. L’occasione era il 4° Congresso Internazionale Rom, che si svolgeva a Serock in Polonia.
Un focus speciale sulla povertà, la richiesta di un sistema di asilo integrato europeo, il sogno di un progetto europeo condiviso: i vescovi della COMECE si sono riuniti per la loro plenaria il 26-28 ottobre, parlando con Caritas Internationalis, visitando centri caritativi di Bruxelles, collaborando con la Commissione Europea e cominciando a lavorare a un position paper con temi comuni. La COMECE è la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea, ed è composta dai delegati delle conferenze episcopali dei 28 Stati membri UE. Presidente è il Cardinal Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, mentre Segretario generale è padre Olivier Poquillon, domenicano. Alla sua prima plenaria, padre Poquillon – che è stato delegato domenicano alle Nazioni Unite, ma ha anche vissuto in Iraq – delinea con ACI Stampa le sfide che nascono dalla sua prima plenaria COMECE.
Un accordo positivo, che deve essere trasformato in qualcosa di concreto. Questa la posizione del COMECE, la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea, sull’accordo sul clima siglato a Parigi. Un accordo che alcuni osservatori hanno definito poco ambizioso, e che forse resta comunque lontano dai più ottimistici auspici della delegazione della Santa Sede. Di certo, un punto di partenza, se non altro perché è riuscito a mettere insieme 195 differenti Paesi.