Il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali - entrato in vigore 25 anni fa - "vuole essere strumento per il futuro delle Chiese Orientali Cattoliche, perché esse recuperino l’autenticità per essere veri testimoni della propria tradizione ecclesiale; si inseriscano con piena consapevolezza nel cammino della Chiesa, soprattutto laddove sono state temporaneamente escluse da circostanze storiche, per dare il loro contributo allo sviluppo della cattolicità, superino la dispersione di forze e progettualità per una robusta e ordinata crescita ecclesiale". Lo ha detto il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, intervendo al Simposio organizzato in occasione delle celebrazioni per il centenario della stessa Congregazione e del Pontificio Istituto Orientale.
Con un motu proprio intitolato “De Concordia intra Codices”, Papa Francesco armonizza i Codici di Diritto Canonico e il Codice Canonico delle Chiese Orientali, per dare maggiore certezza su come definire a quale Chiesa appartengano i battezzati e per definire anche come avvengono i passaggi dalla Chiesa cattolica latina a quelle cosiddette sui iuris.