Papa Francesco ha ricevuto stamane in udienza il Presidente della Repubblica di Cipro Nikos Christodoulides che poi ha incontrato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, e Monsignor Daniel Pacho, Sottosegretario per il Settore multilaterale della Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali.
"Questa mattina, nel giorno del suo compleanno, Papa Francesco ha ricevuto al Palazzo Apostolico un primo gruppo di una decina di rifugiati giunti in Italia ieri grazie a un accordo tra la Santa Sede, le Autorità italiane e quelle cipriote, come già anticipato durante il recente Viaggio Apostolico a Cipro e in Grecia".
La cattedrale armena della Santa Madre di Dio di Nicosia ha compiuto 40 anni, e il suo “giubileo” è stato salutato anche da tutte le chiese sorelle, in un impegno di unità che è stato in qualche modo anche favorito dal Religious Track, l’iniziativa di diplomazia religiosa presente a Cipro. Ma anche quaranta anni fa la chiesa fu costruita grazie ad un moto ecumenico, e con il sostegno decisivo del Consiglio Mondiale delle Chiese.
C’è una diplomazia informale, eppure a volte più efficace di quella fatta dai diplomatici. È la cosiddetta second track diplomacy, la diplomazia del secondo binario, che lavora sul territorio, mettendo insieme le persone sulla base di valori comuni, come le religioni. A Cipro, questa diplomazia si è tramutata in una iniziativa, il Religious Track, che mette insieme tutte le confessioni religiose presenti nell’isola, l’ultima nazione europea ancora divisa da un muro.
Il prossimo 2 dicembre Papa Francesco si recherà a Cipro, prima tappa del viaggio apostolico che successivamente – il 4 dello stesso mese - lo porterà in Grecia.
Anche a Cipro si è festeggiato nei giorni scorsi l’800° anniversario del Pellegrinaggio di San Francesco in Terra Santa.
Tra il 5 e l’8 febbraio scorsi il Cardinale Leonardo, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha compiuto una visita nell’isola di Cipro.
Il sogno di Papa Francesco, “una Chiesa povera per i poveri”, non è una teoria, ma ha bisogno di un grande impegno quotidiano. Quando il Papa spiega che “siamo tutti nelle periferie”, sprona a “vivere nella solidarietà con la gente che la società e le strutture sociali stanno sfortunatamente abbandonando”. E avere cura della creazione significa dare il primato all’umano.