Quando, nel settembre del 2019, i vescovi cattolici europei di rito orientale si sono riuniti a Roma per il loro incontro annuale, c’era un mondo sullo sfondo che era allo stesso tempo una sfida e una possibilità. Una sfida, perché le tensioni ecumeniche, che avevano toccato soprattutto il mondo ortodosso, si accompagnavano invece a nuove iniziative, come una certa diplomazia delle reliquie. E una opportunità, perché proprio da lì si poteva partire per ridare nuovo slancio alla missione ecumenica. Due anni dopo, la situazione è ancora quella, parzialmente congelata dal coronavirus. Ed è per quello che vale la pena tornare indietro a quella riunione.