Le ACLI di Roma e provincia fanno sapere che nell'XI Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare promuovono un "recupero speciale di eccedenze alimentari" nell'ambito della collaborazione con la AS Roma presso lo Stadio Olimpico, in occasione della partita Roma-Cagliari, che verrà poi donato alla Basilica Minore di Santa Sofia (in via di Boccea 478), la chiesa nazionale degli ucraini a Roma, a quasi due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina.
“La nostra Chiesa continua a vivere la primavera, perché abbiamo riconquistato tante chiese, e ne stanno nascendo anche di nuove. Stiamo ordinando nuovi sacerdoti. Abbiamo anche l'opportunità di creare nuove parrocchie”, così ha affermato al settimanale Echo Katolickie Monsignor Mieczysław Mokrzycki, Arcivescovo Metropolita di Leopoli, già segretario personale di Giovanni Paolo II, parlando della Chiesa in Ucraina.
“Alla vigilia di questa visita del Papa, abbiamo distribuito dei lavori speciali che portano il nome di padre Kowcz.” L’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, a capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, introduce così un grande personaggio dell’ecumenismo contemporaneo. E così il Beato Emilian Kowcz diventa uno dei tre personaggi intorno ai quali ruoterà la visita di Papa Francesco alla Basilica di Santa Sofia.
Le vicende della Chiesa Cattolica in Unione Sovietica, tra persecuzioni e speranze, passano attraverso politica e diplomazia, ma soprattutto attraverso la vita delle famiglie.
Il Cardinale Lubomyr Husar è stato un "pastore zelante". Così Papa Francesco ricorda - in un telegramma di cordoglio inviato a Sviatoloslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč - il porporato ucraino morto ieri all'età di 84 anni.
“Esprimo la mia profonda riconoscenza per la vostra fedeltà e vi incoraggio a farvi instancabili testimoni di quella speranza che rende più luminosa l’esistenza nostra e di tutti i fratelli e sorelle intorno a noi. Rinnovo anche la mia solidarietà ai Pastori e ai fedeli per quanto fanno in questo tempo difficile, segnato dalle tribolazioni della guerra, per alleviare le sofferenze della popolazione e per cercare le vie della pace per la cara terra ucraina”.
Non sarà al Sinodo Pan-Ortodosso, anche se gli sarebbe piaciuto. Ed è ben consapevole che la dichiarazione congiunta firmata con il Patriarca Kirill ha lasciato amarezza nella Chiesa greco-cattolica ucraina. Ma Papa Francesco non vuole fare un passo indietro rispetto al suo abbraccio con il patriarca Kirill. Perché “l’incontro è cosa buona, e dobbiamo andare avanti”. Tutto il resto si può invece discutere.