Si chiama “Speranza dei senza speranza”, ed è una icona mariana ispirata alla Vergine di Czestochowa, a cui assomiglia. Ha circa 400 anni di vita, è stata restaurata una volta negli Anni Novanta ed è stata recentemente rimessa a nuovo. Il 30 maggio, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolico Ucraina, ha incoronato ufficialmente l’icona, con una corona già benedetta da Papa Francesco lo scorso 20 maggio.
Probabilmente il momento in cui la trasformazione della Chiesa Greco Cattolica Ucraina in una Chiesa globale è stato chiaro a tutti è avvenuto durante l’incontro interdicasteriale che Papa Francesco ha voluto in Vaticano con il Sinodo e i vescovi della più grande delle 23 Chiese sui iuris unite a Roma nel luglio 2019. Perché lì è diventato evidente che si parlava, sì, di una Chiesa di rito orientale radicata per storia e tradizione in Ucraina. Eppure, i vescovi venivano da quattro diversi continenti. Tutti convocati per parlare della loro nazione. Tutti, comunque, incaricati di rappresentare la loro Chiesa nel mondo.
Il 10 marzo 1946, a Lviv (Leopoli) si tenne uno pseudo-Sinodo che mise fuori legge la Chiesa Greco Cattolica Ucraina e la condannò alla clandestinità. Settantacinque anni dopo, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, chiede di non dimenticare, anzi che ricordare è un dovere perché in fondo quello che è successo allora, può succedere ancora oggi. E sta già succedendo, almeno in alcuni dei territori occupati dalla Federazione Russa. Per questo, va studiata la storia: per evitare che questi eventi si ripetano. La verità storica “è un vaccino necessario quanto quello del coronavirus”.
È con l’invito ad essere “Axios” (Santo) tra i sacerdoti e i fedeli che il Cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha intronizzato il vescovo Dionisio Lachovicz come primo esarca apostolico dell’esarcato apostolico per i fedeli ucraini di rito bizantino in Italia.
In un messaggio inviato ai vescovi ucraini in occasione dei loro esercizi spirituali annuali, Papa Francesco ha voluto sottolineare che “il mondo cerca, anche inconsapevolmente, la vicinanza divina”.
È una popolazione stremata, quella della zona orientale dell’Ucraina, che si trova nel mezzo di un conflitto difficile da definire, cui anche Papa Francesco si è riferito come “guerra ibrida”. E per questo, alle tante iniziative di solidarietà – inclusa la Colletta Speciale del Papa per l’Ucraina, che ha portato tante iniziative – la Chiesa Greco Cattolica Ucraina ha lanciato un altro evento, “Sfama il povero”, da replicare in tutto il mondo, in ogni diocesi greco-cattolica, in ogni parrocchia. Per evitare l’incubo di un nuovo “holodomor”.
Ogni sera, alle 21, i Greco Cattolici Ucraini pregano per la pace e la serenità nella loro nazione. E ora, finché la crisi bielorussa non sarà terminata, l’arcivescovo maggiore Shevchuk li invita a farlo anche per la pace in quella che un tempo era chiamata “Russia bianca” e che oggi rivendica la sua identità come Belarus, nazione distinta dalla Russia e che dalla Russia vuole emanciparsi.
Le alluvioni causate dalle piogge torrenziali nell’Ucraina occidentale hanno causato un bilancio provvisorio di tre morti, centinaia di sfollati, circa 10 mila persone senza gas ed energia elettrica. In un messaggio, che sarà letto in tutte le parrocchie greco cattoliche di Ucraina il 28 giugno, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha chiesto a tutte le strutture ecclesiali di mobilitarsi per soccorrere la popolazione in quello che può “tramutarsi in un vero disastro a livello sociale e nazionale”.
Un centro anticrisi per affrontare l’emergenza coronavirus: la Chiesa Greco Cattolica Ucraina, con il sostegno della Caritas, lo ha messo in piedi in Ucraina. In particolare, l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk ha messo a disposizione la sua residenza di Leopoli per infermieri e dottori (circa 40) che devono stare in quarantena dopo il turno di lavoro.
Bandire la pratica della maternità surrogata; condannare le istituzioni che la praticano e la promuovono; promuovere una legislazione per la famiglia. A seguito dello scandalo dei bambini figli di maternità surrogata messi in attesa e praticamente abbandonati in un hotel di Kiev, i vescovi di rito bizantino e latino di Ucraina firmano un appello congiunto dai toni durissimi contro quella che l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, parlando con ACI Stampa, definisce “un doppio crimine”, contr la dignità della donna e contro i bambini che sono fatti oggetto di traffico.
“Come ai tempi del Maidan, quando le chiese greco cattoliche e i monasteri si aprirono e si trasformarono in ospedali, così anche oggi, se sarà necessario, l’intero spazio della chiesa diventerà un ospedale, e insieme a voi salveremo vite umane”. L’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha lanciato questo messaggio alla popolazione nella Messa del 22 marzo nella Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo.
In Ucraina, il coronavirus ha per ora colpito 94 persone, e una persona è morta. Il primo caso è stato individuato lo scorso 3 marzo, e pochissimo dopo il governo ucraino ha deciso la chiusura delle frontiere. Ma l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, già guarda oltre, alla possibile diffusione estensiva della pandemia. E chiede ai suoi compatrioti di non stigmatizzare quanti sono contagiati dal COVID-19.
In una udienza con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, Papa Francesco ha assicurato costante preghiera e attenzione per la ricerca di una autentica pace in Ucraina, e sottolineato che “non le tregue temporanee, ma la volontà reale dell’ascolto e del dialogo renderanno possibile la pace”.
Ha solo 38 anni, è il vescovo più giovane del mondo e ha ricevuto l’ordinazione episcopale lo scorso 12 gennaio. Da questa settimana, Stepan Sus, vescovo di Curia dell’arcieparchia greco cattolica ucraina di Kiev – Galizia, ha preso l’incarico di responsabile dell’Ufficio di Pastorale delle Migrazioni della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
Per l’Ucraina, la prima “Domenica della Parola di Dio” è stata soprattutto l’occasione di una preghiera ecumenica, che ha messo insieme tutte le confessioni cristiane del Paese e che ha visto per la prima volta la partecipazione della Chiesa Ortodossa Ucraina, la realtà autocefala che ha creato quello che viene chiamato “scisma ortodosso”. Al di là di ogni dibattito, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, ha invece voluto ricentrare tutto il senso del dialogo ecumenico sulla centralità della parola di Dio.
Quando il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina si è riunito con Papa Francesco e i dicasteri vaticani lo scorso luglio, misero a parte il Papa di un sogno: quello che fosse concluso il processo di beatificazione del metropolita Andriy Shetptytsy.
Non è un caso che Papa Francesco abbia deciso che fosse Karaganda la sede della nuova amministrazione per i cattolici di rito bizantino del Kazakistan e dell’Asia Centrale. Perché quella città è nota per essere stato uno dei più grandi “lager a cielo aperto” dell’Unione Sovietica. E lì finirono anche molti greco cattolici ucraini, ricordati ad ottobre 2017 dall’arcivescovo maggiore Shevchuk in una lettera pastorale.
Non solo le iniziative di monitoraggio, le linee guida chieste da Papa Francesco e applicate in varie conferenze episcopali, il lavoro per la guarigione. Il Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina vuole andare a fondo sul tema degli abusi sui minori, e promuove una analisi più dettagliata sul piano teologico. Proponendo, per la prevenzione degli abusi, lo studio della teologia del corpo, ma anche quello della teologia dell’autorità.
È stato il giorno del Cardinale Pietro Parolin al Sinodo Greco Cattolico Ucraino. Il segretario di Stato vaticano ha preso la parola, ha ricordato il suo viaggio in Ucraina del 2016, ha ribadito la sua solidarietà per la guerra (e usa il termine guerra) che si vive in Ucraina e segnalato le linee guida della Chiesa per le quattro sfide che definisce fondamentali: evangelizzazione, società, impegno per la pace ed ecumenismo.
Quando erano stati a Roma il 5 e 6 luglio per l’incontro interdicasteriale, Papa Francesco aveva detto ai vescovi della Chiesa Greco Cattolica Ucraina che non bastava avere un sinodo, bisognava essere sinodo. Nel suo saluto, l’arcivescovo maggiore Shevchuk lo sottolinea di nuovo. E Papa Francesco riparte da lì per affermare che sinodo e Spirito Santo non vanno divisi l’uno dall’altro, perché il Sinodo non è un Parlamento, né luogo dove fare accordi politici o indagini sociologiche.