Una moschea in una chiesa. La provocazione dell’artista svizzero Christoph Büchel, uno con la passione di abbattere gli steccati ingaggiato dal padiglione islandese della 56esima biennale di Venezia, è diventata un caso internazionale. Perché – come fa notare don Gianmatteo Caputo, delegato per i beni ecclesiastici del patriarcato di Venezia – “nella vicenda si sono confusi e superficialmente mescolati due piani e ambiti che invece sono - e devono restare - ben distinti per la loro serietà e complessità: la questione relativa all’installazione artistica del padiglione islandese della Biennale d’Arte e la richiesta di realizzare una moschea nella città di Venezia,” tra l’altro senza coinvolgere né le autorità religiose implicate né la cittadinanza, risultando così “una grande forzatura.” E sottolinea che sarebbe opportuno che la stessa comunità musulmana “prenda le distanze da questa provocazione rilanciando la richiesta di un suo spazio per la preghiera che sia adeguato, dignitoso e riconosciuto da tutta intera la comunità civile.”