Nel comunicato finale del Sinodo della Chiesa Cattolica Armena, si parla anche di una “profonda preoccupazione per l’attuale situazione politica, bellica, economica e fatale in Medio Oriente, Terrasanta, Armenia e Artsakh”. E non poteva essere altrimenti, per i responsabili di una Chiesa sui iuris con sede in Libano, e che dunque vive sulla sua pelle non solo le preoccupazioni della regione, ma anche il peso di un popolo in diaspora, quello armeno.
Per i funerali del patriarca armeno cattolico Gregorio Pietro XX, Papa Francesco affida al Cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, un messaggio denso di riferimenti personali, mentre a Gyumri, in Armenia, il nunzio apostolico José Avelino Bettencourt celebra la sera una Messa in suffragio portando proprio i saluti del Papa. Il Patriarca è scomparso il 25 maggio ad 86 anni, dopo una lunga malattia
Poco più di trecento anni dopo la loro fondazione, i padri mechitaristi vedono una crescita di vocazioni. E questo è un buon segno, ha spiegato a Papa Francesco l’arcieparca degli Armeni Cattolici di Istanbul Levon Zekyian. L’arcieparca Zekyian, che è anche delegato pontificio per la Congregazione Mechitarista, è stato in udienza da Papa Francesco lo scorso 12 novembre, e ha rilasciato una breve dichiarazione sui temi dell’incontro.
Che l’unità non sia sottomissione, Papa Francesco lo ha sottolineato durante il suo viaggio in Armenia, dal 24 al 26 giugno. Ma lo dice, e da tempo, l’arcivescovo Raphael Minassien, della Chiesa Cattolica Armena. Ci tiene a sottolinearlo, perché sta tutto lì il nodo del rapporto con la Chiesa Apostolica, che si ritiene discendente dell’apostolo Taddeo e che contesta il modo in cui viene esercitato il primato petrino. E probabilmente lo avrà detto anche a Papa Francesco, perché è toccato a lui stare sempre vicino al Papa durante i tre giorni di viaggio in Armenia.