Ci vuole uno sforzo da parte cristiana e da parte islamica per “scongiurare il discorso dell’odio” che è all’origine di “sospetti reciproci, discriminazioni, esclusione, marginalizzazione e risentimenti”. Lo dice il Cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in un messaggio inviato ai partecipanti dell’incontro dei delegati nazionali per i rapporti con l’Islam delle Conferenze Episcopali d’Europa.
In dialogo con l’Islam da una prospettiva teologico spirituale: i delegati nazionali delle Conferenze Episcopali Europee per i rapporti con i musulmani parleranno di questo a Scutari, in Albania, dal 7 al 9 febbraio prossimo.
Si è svolta ieri in Portogallo la riunione della Commissione CCEE per la Pastorale Sociale, presieduta dall'Arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi. La Commissione ha elaborato un testo in cui propone alcune iniziative circa questioni sociali, migrazioni e salvaguarda del creato, da presentare alla presidenza e alla prossima Assemblea Plenaria del CCEE, che si terrà nel settembre 2018 in Polonia.
L’Europa ha bisogno di speranza, e questa speranza non può esserci senza Dio. Il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, che racchiude la presidenza dei Consigli episcopali d’Europa, sigla un messaggio congiunto insieme al Consiglio Ecumenico delle Chiese in occasione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.
Si è parlato di fine vita e fenomeno migratorio durante i lavori dell’incontro dei consulenti giuridici delle Conferenze Episcopali Europei, che si sono riuniti a Lussemburgo dal 10 al 12 dicembre 2017. E i lavori si sono conclusi con una posizione netta sul tema del fine vita, che altro non è che il ribadire la Dottrina Sociale della Chiesa: “Non è lecito togliere la vita a nessuno”.
No al peccato di omissione e indifferenza per la Chiesa nei Paesi europei. È questa la prima riflessione che scaturisce dall’incontro dei consulenti legali delle Conferenze Episcopali Europee, promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. L’incontro si svolge a Lussemburgo dal 10 a. 12 dicembre.
Ancora un appello perché sia rispettato lo status quo di Gerusalemme: dopo le parole di Papa Francesco, il comunicato del 10 dicembre della Sala Stampa vaticana a seguito delle violenze scoppiate in Medio Oriente, e le varie dichiarazioni dei leader cristiani e religiose di Terrasanta, anche i vescovi europei levano la loro voce perché sia rispettato lo status quo di Gerusalemme.
Il dibattito su Gerusalemme avviene proprio nei giorni in cui l’arcivescovo Leopoldo Girelli, nuovo nunzio in Israele, presenta la sue lettere credenziali al governo e comincia i primi passi da “ambasciatore del Papa” nel Paese. Ci sono anche altri temi sul tavolo: le questioni del fine vita e delle migrazioni sono al centro di un incontro dei responsabili legali delle Conferenze Episcopali Europee a Lussemburgo, mentre al Palazzo di Vetro di New York sono proseguiti i colloqui per i due “Global Compact” – accordi globali – sulle migrazioni nel mondo.
Tre giorni di incontri, a Londra, per celebrare il 60esimo dell’eparchia della Chiesa Greco Cattolica Ucraina nella città e per guardare a sfide delle Chiese di rito orientali sul continente. E una convinzione: la catechesi deve essere centrata su Cristo.
L’ultima plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee si era conclusa con una dichiarazione che era una chiamata alla missione nel continente. E, come a dare un seguito naturale, i vescovi cattolici orientali di Europa si riuniscono dal 26 al 29 ottobre a Londra sul tema “Annunciare, conoscere e vivere la fede in Cristo”.
Sono stati superati gli attacchi di proselitismo ai cattolici, dopo la situazione molto difficile succeduta alla decisione di San Giovanni Paolo II di istituire delle diocesi nel territorio russo. E, di certo, il passaggio delle reliquie di San Nicola a Mosca e San Pietroburgo ha fatto molto nel percorso dei rapporti ecumenici tra Chiesa Cattolica e Patriarcato di Mosca, dopo lo storico incontro dell’Havana del 12 febbraio 2016. Ma c’è ancora molto da fare, perché solo ora la Chiesa cattolica di russia ha davvero un volto russo– spiega ad ACI Stampa padre Diogenes Urquiza, missionario del Verbo Incarnato da 30 anni nel Paese e oggi delegato del vescovo Clemens Pickel, della diocesi di San Clemente a Saratov, dallo scorso marzo presidente della Conferenza Episcopale Russa.
C’è una area nel centro di Minsk, praticamente un rettangolo, in cui si giocano storia e futuro allo stesso tempo: il Municipio al centro, un edificio classico, bianco, ripulito; sulla destra, dall’altro lato della strada, la Cattedrale cattolica del Santo Nome di Maria; sulla sinistra, verso un quartiere storico del XIX secolo, la Cattedrale Ortodossa del Santo Spirito: è tra questi tre luoghi che si snoderà la prima giornata della plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, a Minsk dal 28 settembre all’1 ottobre.
“L’amore materno della Chiesa verso questi nostri fratelli e sorelle chiede di manifestarsi concretamente in tutte le fasi dell’esperienza migratoria, dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno, cosicché tutte le realtà ecclesiali locali situate lungo il tragitto siano protagoniste dell’unica missione, ciascuna secondo le proprie possibilità. Riconoscere e servire il Signore in questi membri del suo “popolo in cammino” è una responsabilità che accomuna tutte le Chiese particolari nella profusione di un impegno costante, coordinato ed efficace”. Sono chiare e decise le parole di Papa Francesco nel suo discorso rivolto ai ai direttori nazionali delle Migrazioni che partecipano all’Incontro promosso dal CCEE, a Roma presso la Pastor Bonus dal 21 al 23 settembre.
Un incontro con Papa Francesco e uno con la sezione “Migranti e rifugiati” del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo umano integrale (sezione che è sotto la responsabilità diretta di Papa Francesco): questi i due impegni più importanti della tre giorni di incontri che avranno i vescovi e delegati responsabili per la pastorale dei migranti delle Conferenze Episcopali di Europa.
Il bando delle armi nucleari, ma anche l’adozione di stili di vita più sostenibili e l’indizione di giornate di digiuno e preghiera: esponenti di varie religioni insieme hanno firmato ad Astana un appello comune sulla salvaguardia del creato, alla vigilia della Giornata Mondiale della Custodia del Creato che Papa Francesco ha istituito nel 2015, ma che già dal 1989 viene celebrata dalle Chiese ortodosse.
“I più vivi sentimenti di cordoglio” e “la preghiera per la pace e la serenità di tutti. Affidiamo le vittime alla misericordia di Dio e assicuriamo le nostre preghiere per i feriti e per il conforto delle famiglie tanto duramente colpite”. Così il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, in un messaggio di cordoglio inviato al Cardinale Juan José Omella Omella, Arcivescovo di Barcellona, e al Cardinale Ricardo Blázquez Pérez, Arcivescovo di Valladolid e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, dopo la strage di Barcellona.
“É fondamentale che la paura di non essere accettati o il desiderio di piacere agli altri non ci derubano della nostra missione profetica”. Anton Ziolkovsky, segretario esecutivo della Conferenza Episcopale Slovacca, delinea così con ACI Stampa le sfide della Chiesa in Europa. Lo fa al termine di un incontro dei segretari generali delle Conferenze Episcopali Europee, organizzato dal CCEE, che si è tenuto a Bucarest dal 30 giugno al 3 luglio.
È la prima cerimonia di beatificazione in terra lituana. Teofilo Matulionis (1873- 1962), vescovo lituano, perseguitato dai comunisti, visse a cavallo di due guerre e la rivoluzione bolscevica. Fu lui a dare linfa e vita ad una Chiesa perseguitata come quella lituana.
Addetti stampa e Portavoce delle Conferenze episcopali d’Europa si sono riuniti a Sofia la scorsa settimana invitati da Christo Proykov, Presidente della Conferenza Episcopale Interrituale della Bulgaria ed Esarca Apostolico di Sofia.
Il primo passo per rievangelizzare l’Europa? È quello di porsi la domanda della fede, perché “vivere come se Dio non ci fosse è la premessa per qualunque deriva etica, culturale, antropologica. È la premessa per una cultura della morte”. Lo afferma il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, incontrando i giornalisti dopo l’udienza che la nuova presidenza del CCEE ha avuto con il Papa Francesco.