Una vera catena di preghiera per le vittime della pandemia. E’ l’iniziativa che dal Mercoledì delle Ceneri, e per tutto il tempo di Quaresima, hanno promosso i Presidenti delle Conferenze Episcopali Europei.
In un mondo scosso dal coronavirus, il Cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha sottolineato che l’Europa ha conosciuto e conosce il virus dell’egoismo, ma che ha sempre saputo andare oltre attraverso la cura della solidarietà.
Ripartire da quella che è stata il grande assente del tempo di pandemia: l’Eucarestia. I vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, riuniti per la prima volta on line dopo il necessario annullamento della plenaria a Praga per l’emergenza COVID, guardano al mondo dopo la pandemia sottolineando che è prima di tutto necessario tornare all’Eucarestia. Ci vuole, dicono, una fiducia riscoperta in Cristo, e quindi una solidarietà rinnovata, una rete tra persone che si aiutino l’un l’altro.
Il primo saluto del cardinale Angelo Bagnasco Presidente del CCEE è per “il confratello Mons. Tadeusz Kondrusiewiecz, arcivescovo di Minsk, esprimendo la nostra più viva solidarietà e auspicando il rapido ritorno alla missione pastorale nella sua Chiesa”.
Non si sa ancora se l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz di Minsk sarà tra quelli che potranno partecipare alla prossima plenaria in programma a Praga dal 24 al 27 settembre. Se non potrà, però, non sarà a causa della pandemia, ma perché ancora bloccato alla frontiera tra Polonia e Bielorussia, incluso in una lista nera russo-bielorussa e dunque impossibilitato a rientrare in patria.
Il Tempo del Creato di quest’anno sia “un Giubileo della Terra”, perché il concetto di giubileo come viene tramandato dalla Bibbia “sottolinea che deve esistere un equilibrio giusto e sostenibile tra realtà sociali, economiche ed ecologiche”. È l’invito lanciato dal Consiglio della Conferenze Episcopali Europee (CCEE) e dalla Conferenza delle Chiese di Europa (CEC) nel tradizionale messaggio congiunto divulgato per il “tempo del creato”.
Una delle eredità del coronavirus è la forte limitazione alla libertà di religione, che ha portato alla chiusura dei luoghi di culto e della proibizione delle liturgie. E per questo, i vescovi europei invocano “il ristabilimento di relazioni Stato-Chiesa normali e basate sul dialogo ed il rispetto dei diritti fondamentali”. Riunite in videoconferenza, le presidenze di CCEE e COMECE centrano la loro discussione annuale sull’Europa dopo la pandemia. E il tema della libertà religiosa emerge prepotente, insieme al ruolo centrale della famiglia in tempo di pandemia, il rischio dell’individualismo, il lavoro fatto dalla Chiesa, la sfida data dalle liturgie in streaming.
La domanda centrale è una: come si può raggiungere l’uomo di oggi? Se lo è chiesto la Commissione Evangelizzazione e Cultura del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, in una riunione che si è tenuta a Lodz, in Polonia, il 4 e il 5 marzo.
Una preghiera comune a Dio, per chiedere “aiuto, conforto e salvezza”, è stata redatta dai Cardinali Angelo Bagnasco e Jean-Claude Hollerich e diffusa oggi, come conforto e sostegno per i vescovi di tutta Europa.
“Sono passati 75 anni dalla liberazione del campo di concentramento e sterminio nazista tedesco Auschwitz-Birkenau (27.01.1945), e questo luogo ispira ancora terrore”.
Si porta dentro l’Europa, con la sua esperienza e la sua storia, anche al Sinodo Speciale sulla Regione Panamazzonica. Il Cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, è stato nominato membro del Sinodo direttamente da Papa Francesco. Vi arriva dopo la plenaria annuale dei vescovi europei, che si è tenuta a Santiago di Compostela, con il tema “Europa, tempo di risveglio? I segni della speranza”. E sì, c’è speranza, ed è una speranza che si centra su Cristo, afferma il Cardinale. Che poi, guardando al Sinodo, sottolinea: “Sono qui, con la mia esperienza europea, perché la Chiesa non è una federazione di qualcosa, è una somma di addendi, ma è una armonia”.
Sono andati sulla tomba di San Giacomo, a Santiago di Compostela, termine di un cammino che ha “fatto” l’Europa. E i 32 vescovi presidenti di Conferenze Episcopali di Europa vi sono arrivati anche attraverso un pellegrinaggio dal Monte do Gozo. Perché il risveglio di Europa, ma anche la sua speranza, parte da una rinnovata fede in Cristo.
“Al di là delle pretese eccessive e irrealistiche che ostacolano la ricerca dell’unità, questa ricerca potrà progredire soltanto sulla via dell’apprendimento reciproco”.
Le Chiese cattoliche di rito orientale in Europa sono specchio della “ricchezza rituale della Chiesa cattolica nel continente”, e sono chiamate ad essere “artigiani di dialogo, promotori di riconciliazione, pazienti costruttori di una civiltà dell’incontro”, in un mondo in cui “troppe disuguaglianze e divisioni minacciano la pace”.
Dal 3 al 6 ottobre prossimi a Santiango de Compostela, in Spagna, si svolgerà l'annuale Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa.
Le prime due settimane di settembre saranno quindici giorni “orientali” per Roma: mentre Papa Francesco sarà in viaggio in Africa, si terrà prima il Sinodo Greco Cattolico Ucraino, e subito dopo l’incontro dei vescovi di rito orientale di Europa organizzato ogni anno dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee quest'anno in collaborazione con il Segretariato in urbe di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk.
Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e la Conferenza delle Chiese d’Europa (CEC) - si uniscono, anche quest’anno, in una sola voce per riaffermare la responsabilità nei confronti della creazione e invitare alla preghiera.
Il tema generale era “La dimensione gerarchica e carismatica della Chiesa”. Ma l’incontro dei segretari generali delle Conferenze Episcopali di Europa si sviluppato in varie discussioni, tra le quali una su “Essere Chiesa in tempo di guerra” presentata da Bogdan Dzyurah, della Chiesa Greco Cattolica Ucraina.
Non basta abitare la rete dei media. I comunicatori cattolici sono piuttosto chiamati a rifondare i media, a restituire loro il ruolo di creare una relazione vera. Lo ha sottolineato il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, aprendo lo scorso 17 giugno l’incontro annuale degli addetti stampa e portavoce delle Conferenze Episcopali di Europa.
Dal 20 al 23 ottobre 2020 a Cracovia sarà celebrato un Simposio europeo sui giovani in onore di San Giovanni Paolo II nel centenario della Nascita. Lo ha annunciato l'Ufficio per la Pastorale giovanile e l’Università delle Conferenze episcopali d’Europa.