“Il carnevale di Roma non è una festa che si offre al popolo, bensì una festa che il popolo offre a se stesso. Non ci sono fuochi d’artificio, né illuminazioni, né brillanti processioni. Tutto ciò che accade è che, ad un dato segnale, tutti hanno il permesso di essere pazzi e folli come gli piace, e quasi tutto, tranne pugni e pugnalate, è permesso”.
Alcuni oratori della diocesi di Torino riprendono, dopo due anni di stop dovuto al Covid, ad organizzare, nel rispetto dei protocolli anticontagio, feste di carnevale nei propri quartieri e paesi.
La formazione dei giovani nel Seminario Romano ha ovviamente seguito i tempi, le scuole e anche le mode pur nella fedeltà dottrinale e magisteriale al Papa.
In tutta la diocesi di Torino sono numerosi i centri giovanili che animano sfilate e feste di carnevale in Quartieri e Comuni. Occasioni “per animare e aprirsi al proprio territorio in linea con i progetti che i centri giovanili oratoriani portano avanti a tutto campo come luoghi privilegiati di educazione e aggregazione”.