Sarà con una Messa celebrata da Papa Francesco in persona che Caritas Internationalis inaugurerà la sua 21esima assemblea generale. La Messa si terrà nel pomeriggio del 23 maggio, nella Basilica di San Pietro, mentre al mattino un mosaico interattivo di volti decorerà la piazza per ricordare la campagna “Share the Journey”, dedicata a migranti e rifugiati.
Tre anni fa, Caritas Internationalis e il World Service della Lutheran World Federation firmarono a Lund una dichiarazione di intenti nell’ambito della giornata di commemorazione della Riforma cui partecipò anche Papa Francesco. Lo scorso 4 aprile, l’impegno di quella dichiarazione è stato riaffermato, proseguendo quello che si potrebbe definire un “ecumenismo della carità”.
Un nuovo piano di azione per il Sahel sarà discusso dal Gruppo di Lavoro di Caritas Internationalis per il Sahel che si riunisce dal 31 gennaio all’1 febbraio in Senegal, per il consueto incontro annuale.
Domani presso la Mensa “San Giovanni Paolo II” della Caritas Diocesana di Roma, in via Marsala 109, un gruppo di migranti e rifugiati incontrano figure di spicco del mondo politico, pubblico, culturale ed ecclesiastico per condividere l’esperienza migratoria.
Si è iniziato con il reaching out, il gesto delle mani che vanno incontro. Ora è il momento delle piccole azioni concrete, per continuare il percorso. Share the Journey, la campagna biennale di Caritas Internationalis per migranti e rifugiati, raggiunge la prossima settimana il suo climax del 2018, in attesa del pellegrinaggio mondiale previsto per la fine dell’anno.
C’era anche il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, con 50 profughi ospiti nelle parrocchie della Diocesi di Milano all’ udienza generale di Papa Francesco.
Papa Francesco lancia oggi in piazza San Pietro la campagna di Caritas internationalis “Share the journey”, “Condividiamo il viaggio”. La campagna durerà due anni ed è la risposta della Caritas all’appello del Papa, che chiede di promuovere “la cultura dell’incontro” sia nelle comunità di origine dei migranti, sia in quelle in cui transitano o in cui scelgono di restare.
La Siria? Un laboratorio di crudeltà dove tutti cercano il proprio tornaconto. E per tornare alla dignità dell’uomo serve la tenerezza, che è rivoluzionaria.
Anche Caritas Internationalis è vicina alle popolazioni colpite dal sisma che il 30 ottobre scorso ha devastato interi paesi dell’Italia Centrale. Ieri la visita a Norcia, uno dei centri più colpiti, dell’Arcivescovo di Manila e Presidente di Caritas Internationalis, Cardinale Luis Antonio Tagle.
Accesso sicuro per le agenzie umanitarie. Pace e dignità per il popolo siriano. Ma soprattutto un immediato cessate il fuoco su Aleppo. Lo chiede il Segretario generale dei Caritas Internationalis, Michel Roy, in una nota diffusa l’11 ottobre.
Una conferenza sul traffico degli esseri umani in Africa e per l’Africa: Caritas Internationalis, insieme al Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti, organizza dal 5 al 7 settembre ad Abuja una conferenza internazionale per sensibilizzare al problema. La conferenza è intitola “Una famiglia umana, una voce: stop al traffico di esseri umani”.
Aids, la priorità ora sono i bambini. Lo sa bene Caritas Internationalis, che prima a Roma, poi alla Conferenza Internazionale in Sudafrica sull’AIDS del 18 al 22 luglio, anticipata da una pre-conferenza al 15 al 17 luglio, ha focalizzato l’attenzione sul tema.
Un incontro nei sobborghi di Cracovia, per confermarsi nell’aiuto agli ultimi e trovare “l’amore” in ogni luogo. Per la Giornata Mondiale della Gioventù, Caritas Internationalis ha chiamato a raccolta i giovani rappresentanti dell’organizzazione, un ombrello per 188 charities di ispirazione cattolica nel mondo. Un evento chiamato “Dove è l’amore?”, guidato dal Cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis.
La guerra in Siria rattrista molto il mio cuore. Lo ha detto il Papa nel videomessaggio registrato in occasione della campagna per la pace in Siria promossa dalla Caritas Internationalis sul tema: Siria, la pace è possibile.
Non solo “ospedali da campo”. Caritas Internationalis presenta al Forum Umanitario Mondiale la richiesta per progetti più a lungo termine in campo umanitario, insieme alla rivendicazione dell’importanza delle cosiddette “Faith-Based Organization”, vale a dire le organizzazioni basate sulla fede che conoscono problemi e situazioni specifiche del territorio, creano comunità, aiutano a superare i conflitti.
Essere sacerdoti, prima di tutto. E’ questo l’impegno di padre Clete Kiley, dell’arcidiocesi di Chicago, che da cinque anni è il direttore dell’ufficio delle politiche di immigrazione di UNITE HERE. Ovvero, lavora con uno dei sindacati più diffusi degli Stati Uniti, quello dei lavoratori degli alberghi e dei ristoranti. Un sindacato i cui membri sono quasi tutti latino-americani. “Sono cattolici, vengono da Paesi cattolici, ma sono molto secolarizzati. E il nostro primo impegno è quello di star loro vicino, da sacerdoti”, racconta ad ACI Stampa.
È una “agenda silenziosa”, nel senso che “non fa molto rumore” quella che Caritas Internationalis ha messo in campo per la Siria, ormai dilaniata da cinque anni di guerra che non sembra avere fine. Spiega Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis: “Si tratta di sviluppare l’educazione, oltre che i primi aiuti, e di fare campagna per la pace, di invitare tutti alla preghiera comune. E di chiedere a tutti di sollecitare i governi a trovare una soluzione politica”. Perché “la pace è il bene più prezioso e più richiesto nella Regione”. E per questo, Caritas Internationalis si è fatta promotrice di un evento il prossimo 16 marzo, presso il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra. Per non chiudere gli occhi di fronte al dramma siriano.
Durerà 12 mesi, e avrà il compito di creare una mobilitazione mondiale per richiedere la fine di una guerra che da cinque anni distrugge il Paese. Caritas Internationalis lancia una campagna per la Siria, nella nazione dove si è creata la più grande crisi di rifugiati degli ultimi anni.
Combattere l’estrema povertà è un diritto umano? La risposta la dà un manuale, “Making Human Rights Work for People Living on Extreme Poverty and Human Rights” (“Fare dei diritti dell’uomo una realtà per le persone che vivono in estrema povertà”) curato dal movimento internazionale “Agirt tous pour la Dignité (Atd) quart monde e Franciscans International, con la collaborazione di Caritas Internationalis.
Non c’è mai la parola “preservativo”, ma nel circa 50 pagine del Rapporto di Caritas Internationalis su come le organizzazioni di tipo religioso rispondono all’emergenza AIDS in Africa racconta di una risposta scientificamente fondata, basata su cure e ricerca, ma soprattutto basata su una attenzione “integrale” per l’essere umano. Uno sforzo che “molti nel mondo secolare non capiscono in appieno”, spiega Monsignor Bob Vitillo, l’ufficiale di Caritas Internationalis che ha coordinato il rapporto.