Da 31,9 milioni di euro a 17,5 milioni di euro: sono utili quasi dimezzati, quelli dell’Istituto delle Opere di Religione. La cosiddetta “banca vaticana”, che in realtà né è una banca né si comporta da tale, presenta un rapporto dell’anno 2018 che certifica una decrescita non solo negli utili, ma anche nel numero della attività istituzionali svolte nell’istituto dai clienti. È un rapporto, comunque, che chiude un ciclo: scade quest’anno il Consiglio di Sovrintendenza, scade il board dei cardinali, già con un membro in meno dopo la scomparsa del Cardinale Jean-Louis Tauran. E si attende la riforma dello statuto dell’Istituto.