È presto per pensare che ci siano piene relazioni diplomatiche, perché troppi sono i problemi. Ed è presto anche per pretendere una rinnovata libertà religiosa. Ma, nella settimana che ha segnato il 70esimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese, mentre le chiese fedeli allo Stato prendevano i colori della festa (inclusa la cattedrale San Paolo di Macao), le relazioni Santa Sede e Cina sono state viste con ottimismo. Perlomeno dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
È la settimana di inaugurazione della 74esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e la delegazione della Santa Sede è guidata dal Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che generalmente va ogni due anni. Erano però tre anni che il Cardinale non era presente ai lavori che danno inizio all’anno delle Nazioni Unite.
In occasione della festa del Trono del Marocco, Papa Francesco ha inviato un breve messaggio di auguri al Re Mohammad VI, che incontrato durante il suo viaggio nel Paese africano. Il Cardinale Parolin ha invece lanciato la necessità di formare una nuova classe dirigente cattolica durante la “summer school” di formazione socio-politica organizzata dal vicariato di Roma.
Non sono tanto i numeri a colpire, quanto la riproduzione di un periodico romano, il “Don Chisciotte della Mancia”, del 31 ottobre 1891. Periodico laico, che pure difendeva il Bambino Gesù da una soppressione che sembrava inevitabile. Era il tempo in cui l’ospedale era in via delle Zoccolette. E, se non fosse stata soppressione, sarebbe stata ingerenza del comune nella gestione. Anche questa, inaccettabile per la rivista.
“Senza Eucaristia non potrei vivere, non potrei amare e non potrei servire i poveri”, diceva Madre Teresa e Padre Pio usava questa immagine: “E’ più facile che il mondo viva senza il sole piuttosto che viva senza la Messa”.
Il 25esimo anniversario dei rapporti tra Santa Sede e Israele è stato festeggiato con un concerto di musica sacra ebraica nel Tempio Maggiore di Roma, la Sinagoga che ha visto le visite di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco. Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha partecipato ai festeggiamenti e letto un discorso inaugurale.
Come anticamente gli ambasciatori rappresentavano la persona del re che li inviava, così i nunzi, gli “ambasciatori del Papa”, hanno qualcosa di colui che li invia e devono immedesimarsi nel Vangelo, così che siano “uomini di grande fede, di umiltà autentica, di amore appassionato per il Signore e per gli uomini e di dedizione incondizionata della Chiesa”. Sono queste “le più belle credenziali”.
Il Papa “vuole farsi pellegrino per condividere il cammino di quelle comunità cristiane, quello della comunità civile, della società in Romania; vuole farsi pastore per incoraggiare nelle fede i suoi fratelli e le sue sorelle, tenendo conto anche della ricchezza delle espressioni e dei riti che caratterizzano la Chiesa in Romania.
È “una necessità urgente trovare norme etiche per le moderne attività finanziarie”, magari guardando proprio a San Tommaso d’Aquino per trovare nuovi indirizzi per le finanze, andando verso una economia più umana. Lo dice il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, concludendo la cerimonia di conferimento del “Premio Internazionale Economia e Società”.
Domenica 19 maggio torna l’iniziativa che ha per protagoniste le comunità cattoliche immigrate della Capitale. È organizzata dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma e dalla Caritas di Roma, in collaborazione con le comunità cattoliche etniche, con Impresa Sant'Annibale Onlus e tante realtà che lavorano nel campo delle migrazioni. Il tema di quest’anno richiama a Papa Francesco: “Nella casa comune un’unica famiglia umana”. L’evento sarà caratterizzato dalla Messa con il Cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.
A seguito dell’accordo riservato di settembre sulla nomina dei vescovi, nonostante spesso dalla Cina arrivino notizie di Chiese demolite o di pressioni ai sacerdoti per entrare a far parte dell’organismo ufficiale del governo che riunisce i sacerdoti di Cina, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, si dice fiducioso che “si possa aprire ora una nuova fase di maggiore collaborazione per il bene della comunità cattolica cinese e per l’armonia dell’intera società”.
“Con questa solenne Veglia diamo inizio al cammino di preparazione alla celebrazione del centenario della canonizzazione di S. Gabriele dell’Addolorata, Patrono dei giovani cattolici dell’Italia e dell’Abruzzo”.
Dopo il viaggio di Papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord, settimana diplomatica più “lenta” dal punto di vista ufficiale: un solo intervento della Santa Sede alle Nazioni Unite, mentre c’è stata notizia di due incontri del Cardinale Pietro Parolin. È stato annunciato anche che l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, sarà in Polonia il 20 maggio.
Alla luce del Sinodo, “appare necessario «un rinnovamento e rilancio delle scuole e delle università»
La priorità diplomatica della Santa Sede è quella di essere nelle zone più conflittuali del mondo, e in particolare oggi attenzione speciale va data alla situazione dei cristiani in Medio Oriente. La riforma della Curia rispecchia la chiamata di Papa Francesco all’uscita missionaria, ma non per questo un nuovo dicastero dell’evangelizzazione renderà meno importante la Congregazione della Dottrina della Fede. Lo spiega ad ACI Stampa il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, al termine di una conferenza tenuta al Festival della Religioni il 27 aprile.
Nonostante gli sforzi per difendere il diritto alla libertà religiosa, si assiste oggi “ad un deterioramento, e si potrebbe persino dire ad un attacco, a questo diritto inalienabile in molte parti del mondo”. Il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, comincia da questo assunto il suo intervento al simposio “Stand together to Defend International Religious Freedom”, organizzato dall’ambasciata USA presso la Santa Sede.
Non è un appuntamento realmente diplomatico, ma ha allo stesso tempo un forte peso diplomatico: i vescovi europei della COMECE (la Commissione delle Conferenze Episcopali in Europa) hanno incontrato lo scorso 14 marzo il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker. L’incontro è avvenuto in vista delle prossime elezioni europee, in occasione della plenaria della commissione.
La visita del ministro degli Esteri croato in Vaticano dello scorso 6 marzo ha toccato anche la questione del Beato Aloizje Stepinac, sul quale Papa Francesco aveva convocato una commissione mista croato-serba per fare luce sulla situazione storica, i cui lavori si sono già conclusi.
Il centenario della Conferenza episcopale polacca, il centenario della Nunziatura apostolica in Polonia, la protezione dei minori nella Chiesa e la pastorale giovanile -
Il tema degli abusi, in discussione in questi giorni in Vaticano, ha anche una ricaduta diplomatica. Più e più volte si è cercato, infatti, di far passare i vescovi come dipendenti del Papa, e quindi considerare la Santa Sede come un’azienda, non come uno Stato sovrano con un capo. Ma non c’è solo il tema della sovranità. L’attacco alla Chiesa e alla sua dottrina viene mosso anche dal punto di vista legale, in qualche modo per minare l’autorevolezza della Santa Sede, considerata da sempre e da tutti un Paese terzo cui affidarsi per le mediazioni. E così è successo nel dibattito su due Convenzioni ONU nel 2014.