Budapest ha ospitato il Congresso Eucaristico Internazionale nel 1938. L’anno dopo scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, poi ci fu l’invasione sovietica, e tutto quello che ne conseguì. Logico che, adesso che ci si appresta ad ospitare un nuovo Congresso Eucaristico nel 2020, a Budapest si pensi ai “corsi e ricorsi” storici. Ma la verità è che c’è grande entusiasmo per questo appuntamento, di cui oggi iniziano le registrazioni. Ma già oggi è difficile trovare posti per dormire dal 13 al 20 settembre 2020. Perché tutti si stanno prenotando, preparandosi a partecipare a un evento che metterà in risalto le Chiese orientali e il tema dei cristiani perseguitati. Ma che, soprattuto, si centrerà sull’Eucarestia. Perché no, l’Eucarestia non è dimenticata in Europa, dice ad ACI Stampa il Cardinale Petr Erdo, arcivescovo di Budapest – Esztergom.
Quando è arrivata la notizia che Papa Francesco aveva riconosciuto le virtù eroiche del Cardinale Josef Mindzenty, a Budapest la Fondazione dedicata a lui stava tenendo nel Parlamento Ungherese una conferenza a settanta anni dal processo farsa che lo condannò. E l’annuncio è stato una esplosione di gioia totale.
Non solo la Croce del Congresso Eucaristico Internazionale, che si terrà nel 2020 a Budapest. Dai vescovi ungheresi in visita ad limina che lo hanno incontrato lo scorso 20 novembre, Papa Francesco ha ricevuto anche una copia della Bibbia tradotta in lingua lovarì, la lingua più usata dai rom, che prelude ad una liturgia nella lingua degli zingari, una minoranza che rappresenta l’8 per cento della popolazione ungherese. Di questo, delle prospettive del prossimo Congresso Eucaristico, e delle sfide dell’Ungheria ha parlato con ACI Stampa il Cardinale Petr Erdo, arcivescovo di Ezstergom-Budapest.