L’apostolato del mare è un lavoro oscuro. I cappellani del mare si trovano ad essere di supporto per lavoratori a lungo sradicati dalle loro case, che restano in mare per mesi in condizioni di lavoro difficilissime e con contratti che alimentano l’incertezza per il futuro. La pandemia ha persino incrementato il senso di isolamento di questi lavoratori, rimasti per mesi davvero isolati o impossibilitati anche ad attraccare.
Ribadendo una cura pastorale che la Chiesa ha sempre avuto nei confronti del settore della pesca, il Cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, sottolinea che ci vuole un impegno coordinato internazionale perché “nessuno resti indietro”.