Un ordine antico, ma che guarda al futuro. Uno strumento di supporto della Chiesa madre di Gerusalemme, che sin dai tempi di Leone XIII ha incluso le dame, e che è “equestre” cioè cavalleresco perché dei cavalieri riprende le virtù. Un ordine che per la prima volta va oltre i 60 luogotenenti e delegati magistrali sparsi in 40 Paesi del mondo, e include anche i Gran Priori, ovvero gli ecclesiastici che accompagnano i Luogotenenti nella parte spirituale delle attivà. Tutto questo è l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che si riunisce in consulta dal 6 al 9 novembre. Sullo sfondo, la drammatica situazione in Terrasanta, che non può non essere seguita da vicino per chi, del sostegno alla Terra di Gesù, ha fatto la missione primaria.
Oggi, mentre si ha la sensazione di un ripensamento strategico internazionale da parte dei grandi Paesi o aree geografiche con tattiche o che si rafforzano, o cercano soluzioni per le crisi che li coinvolgono
Questo è l’interrogativo che in questi giorni affiora nella mente di tanti; giorni di grande sofferenza per Lui e per la Chiesa.
Non c’è più la spada nella cerimonia di investitura dei Cavalieri del Santo Sepolcro. Ma la spada non viene eliminata, resta nella veglia, come simbolo insieme a tutti gli altri simboli cavallereschi. Nessuna rottura con la tradizione, ma piuttosto una evoluzione verso una forma più semplice, e anche più sostanziale. Così spiega ad ACI Stampa il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.
"Non c'è un momento molto pacifico, il momento ideale per andarci. È un momento reale. Il Covid è ovunque. I problemi di sicurezza anche. Ricordo anche quando il Santo Padre è andato nella Repubblica Centrafricana e molte persone hanno detto:" Non andare, non andare, non andare. " Alla fine il popolo ha difeso il Santo Padre nella visita pastorale. Quindi è un buon momento. È un momento ideale? No".
Uno dei problemi causati dalla diffusione pandemica del coronavirus è il blocco dei pellegrinaggi nei paesi dove soprattutto i cristiani ne ricavano da vivere.
Avevano già stanziato 650 mila dollari per le emergenze sociali e umanitarie dovute alla pandemia. Ora l’Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro ha aperto un fondo speciale dedicato all’emergenza coronavirus in Terrasanta. Perché anche lì il blocco delle attività economiche, la perdita del lavoro, lo stop dei pellegrinaggi e del turismo, la chiusura delle scuole ha avuto effetti collaterali difficili da contenere.
Vero, c’è un calo di vocazioni missionarie in Occidente, e un calo di vocazioni in generale. Ma ci sono vocazioni in Paesi che sono considerati terra di missione, in Africa e in Asia. E dunque non si può parlare di crisi, sottolinea il Cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
L’invito alla missionarietà vale per tutta la Chiesa, ma risuona particolarmente forte nella Chiesa di Taiwan, nella piccola isola che la Cina considera ancora una provincia ribelle. Ed è lì che il Cardinale Ferdinando Filoni, prefetto della Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli, è stato la scorsa settimana, come inviato speciale di Papa Francesco al IV Congresso Eucaristico Nazionale.
L’Osservatore Romano pubblica nuove informazioni sulla Chiesa Cattolica in Cina. Lo fa attraverso una lunga intervista – pubblicata nell’edizione di domenica 3 febbraio 2019 - al Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che ha seguito il delicato e complesso cammino della Chiesa cattolica in Cina a partire dal 1992, anno del suo arrivo a Hong Kong. E con un articolo con nuove informazioni.
Una guida, un sito internet, un video: prende forma il Mese Missionario Mondiale, che si celebrerà ad ottobre 2019, in occasione del centenario della lettera apostolica missionaria di Benedetto XV Maximum Illud.
È l’invito a rinnovare l’incontro personale con Gesù Cristo, a dare un nuovo impulso missionario a quelle terre, ad essere “Chiesa in uscita” quello che il Cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli, ha lasciato nella sua missione di dieci giorni in Angola e Sao Tomé.
Una sosta al Santuario dei Martiri, dove già sono stati il Beato Paolo VI e San Giovanni Paolo II, oltre che Papa Francesco, e una serie di appuntamenti con la Chiesa locale: sono scaglionati così i quattro giorni in Uganda del Cardinale Fernando Filoni, prefetto dela Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
Dal 17 al 25 settembre una settimana intera in Giappone, la prima volta per il cardinale Filoni Prefetto di Propaganda Fide che ha ricordato che “Iimissionari possono integrare, ma non sostituire” il lavori pastorale in un Chiesa. Fukuoka, Nagasaki, Hiroshima, Osaka, Sendai, e ovviamente Tokio le tappe del viaggio ricco di appuntamenti.
Dare priorità alla formazione dei sacerdoti, per superare la “cultura del provvisorio”; guardare all’esempio dei martiri, che sono stati numerosi nella storia della nazione; e per questo formare anche all’esperienza dell’amore di Gesù, perché la Chiesa locale ha tanta sete di questa testimonianza: sono le consegne che Papa Francesco dà ai vescovi giapponesi, in una lettera a loro indirizzata.
Nessuno è periferia nella Chiesa. Lo dice il Cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione della Evangelizzazione dei Popoli, raccontando la sua esperienza nei territori della prima evangelizzazione, nella Colombia amazzonica. “Perché si deve far capire a tutti che, sì, magari da un punto di vista geografico si può essere lontani da altri centri. Ma che sono sempre nel cuore della Chiesa”.