Il cardinale Charles Bo, presidente della Federazione Asiatica delle Conferenze Episcopali, ha fatto un appello pubblico per un approfondimento dell'impegno della Chiesa per la pace, appoggiando la chiamata di Papa Francesco "alla nonviolenza attiva" per "rompere il ciclo della violenza e aprire la strada a un futuro più giusto e pacifico".
È la voce dell’Asia, territorio di antica evangelizzazione e dalle molte religioni, quella che il Cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, porta al Sinodo dei vescovi, nell’omelia che apre l’ultima settimana della XVI assemblea generale del Sinodo. Il Cardinale Bo parla anche delle sfide della Chiesa in Myanmar, della Chiesa in Asia, dell’impatto ambientale, ma sottolinea anche l’importanza di un cammino sinodale che “non è un’odissea nello spazio preprogrammata”, e che ha l’intenzione di “guarire e riconciliare il mondo in giustizia e pace”.
La città di Myitkyna, in Myanmar, è diventata nota quando Suor Ann Rose delle Sorelle di San Francesco Saverio si è inginocchiata davanti ai militari, implorandoli di cessare le violenze e ispirando persino alcuni dei soldati a raccogliersi in preghiera. Ed è stato lì che il Cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, potente voce della Chiesa birmana, è andato a celebrare nella Domenica della Divina Misericordia. Perché – ha detto – la resurrezione è “una forte affermazione che Dio può creare meraviglie anche dalla tomba. La vita sorgerà dalla morte, quando verranno i tempi del Signore. L’ultimo anno è stato un anno di oscurità e morte. Avete sperimentato molta sofferenza umana. Preghiamo che il cuore di Gesù guarisca tutti: l’oppressore e l’oppresso”.
Una intera settimana di preghiera per i cattolici in Cina. É la proposta del cardinale Bo Presidente della Federazione della Conferenze episcopali asiatiche.
L’educazione è il primo impegno. Per la Chiesa del Myanmar, lì dove i cattolici sono minoranza e lì dove si vive una difficile transizione dalla dittatura militare, è importante educare i giovani, dare loro una opportunità. La Chiesa locale lo fa, guidata dal Cardinale Charles Bo, salesiano, che al Sinodo è stato uno dei presidenti delegati, e che ha accolto Papa Francesco in una storica visita in Myanmar. E il Cardinale offre ad ACI Stampa uno spaccato della situazione della sua terra.
La necessità di operare per la riconciliazione e così costruire la nazione. Il rapporto con la vicina Cina, così influente anche nel loro Stato. Il tema dei Rohingya, ma anche quello del conflitto nello Stato del Kachin, con la richiesta che se ne parli ad un Angelus: questi i temi dell’incontro dei vescovi del Myanmar con Papa Francesco.
Non è terminata la crisi umanitaria in Myanmar dopo il viaggio di Papa Francesco nel Paese. Di certo, però, la Chiesa locale ha potuto usare il credito maturato con la visita del Papa per continuare un dialogo con il governo. E di questo il Cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, è più che soddisfatto.
Viaggio in Myanmar, tre richieste per il Papa: quella di non usare il termine Rohingya durante il viaggio; quella di includere un incontro riservato con il generale dell’esercito del Myanmar; e quella di aggiungere un incontro con i leaders del tavolo del dialogo interreligioso. Questo ha domandato il Cardinale Charles Maung Bo a Papa Francesco, alla vigilia del viaggio del Papa in Myanmar.
Un appello alla riconciliazione, a guarire le ferite, a chiudere per sempre con i disorsi di incitamento all’odio: il Cardinal Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, il primo cardinale del Myanmar della storia, scrive una lettera ai suoi concittadini alla vigilia del viaggio di Papa Francesco.
Come sarà il viaggio di Papa Francesco in Myanmar? Il programma è stato appena definito, e intanto la crisi dei Rohingya ha continuato a divampare: la minoranza musulmana è stata infiltrata di radicalisti islamici, il governo ha parlato alle Nazioni Unite. Fatto sta che non si tratta della sola minoranza perseguitata in Myanmar. E che le relazioni diplomatiche che la Santa Sede ha di recente stretto con il governo di Na Pi Taw possono servire anche ad aiutare queste minoranza. Il Cardinale Charles Bo, salesiano, arcivescovo di Rangon, ha voluto questo viaggio e promosso il dialogo per le relazioni diplomatiche. Con ACI Stampa, fa un quadro della situazione.