La “mostrificazione” del Cardinale Angelo Becciu, attraverso una lettura di fatti che si rifà ad una “certezza morale”, ma non a prove. Il senso del dovere di monsignor Mauro Carlino, che “ha fatto il suo dovere con lealtà”. La gestione di Gianluigi Torzi. Le ultime tre udienze del processo vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana hanno portato nuovi dettagli e prospettive, gettando ulteriore luce su una vicenda che è stata presentata come “processo del secolo” e che invece, se le prove prodotte dalle difese verranno considerate dal tribunale, potrebbe rivelarsi più che altro una ricostruzione accusatoria che non ha fondamento nelle prove prodotte. E la prova, in un processo penale, è tutto.
L’amarezza del Cardinale Angelo Becciu arriva in una dichiarazione spontanea che mette in luce come da una parte ci sia difficoltà, da parte della sua difesa, ad ottenere prove, non avendo il tribunale ammesso la richiesta di “sbloccare” gli omissis delle chat tra Genevieve Ciferri e lo stesso promotore di Giustizia Alessandro Diddi; dall’altro, la presenza di una trama che avrebbe portato, nelle parole del cardinale, “portato a strumentalizzare il Papa”.
Papa Francesco non testimonierà al processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, e questo era prevedibile, nonostante alcuni degli imputati abbiano chiamato proprio il Papa tra i testimoni. Ma forse non ci sarà nemmeno il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che pure aveva dato disponibilità a venire in tribunale, perché lo stesso tribunale ha deciso che è meglio sentire prima l’arcivescovo Edgar Pena Parra, sostituto della Segreteria di Stato, e solo successivamente, e se è necessario il Segretario di Stato in persona. Non sarà più ascoltata, invece, Francesca Immacolata Chaouqui, chiamata come testimone dal Promotore di Giustizia per un secondo round di domande, questa volta sul suo coinvolgimento nella vicenda.
Peculato e appropriazione indebita aggravata in concorso con persone allo stato ignote. Sono le ipotesi di reato che la giustizia dello Stato del Vaticano ha formulato perchè l’ Interpol di cui il Vaticano è parte, potesse procedere all’arresto di Cecilia Marogna.
"Quest’oggi vogliamo ringraziare il Signore per il dono che ha fatto alla Chiesa e all’Ordine di Malta, attraverso l’opera, l’apostolato, la testimonianza e la persona di Fra Giacomo".I funerali del Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto sono stati celebrati nella mattina del 5 maggio, nella Chiesa di Santa Maria in Aventino a Roma, dal Cardinale Giovanni Angelo Becciu, Delegato Speciale del Santo Padre presso il Sovrano Ordine di Malta, alla presenza delle sorelle, fratelli e dei membri del Sovrano Consiglio.