Una Messa nel santuario di Santa Marija Bistrica, dove una pioggia di petali di rose è stata diffusa in suo onore su iniziativa della rivista cattolica Glas Koncila, che celebra anche i sessanta anni dalla sua fondazione. E una Messa a Zagabria, la città di cui fu arcivescovo, e dove fu processato in maniera ingiuriosa. Il 3 ottobre 1998, 25 anni fa, il Cardinale Alojzije Stepinac veniva beatificato da San Giovanni Paolo II. Le celebrazioni in Croazia, dove non ci sono dubbi sulla sua santità, non potevano che essere grandi e importanti.
Sarebbe stato già canonizzato, se non fosse stato per la decisione di Papa Francesco di creare una commissione mista cattolico ortodossa e poi di evitare controversie, lasciandolo beato. Ma il Cardinale Stepinac è comunque un martire della Chiesa del silenzio, la cui storia va compresa e interpretata nell’ambito di quelli che erano gli anni della Seconda Guerra Mondiale e poi del comunismo che venne successivamente nel territorio che allora si chiamava Yugoslavia.
C’è anche la testimonianza del vescovo Dragutin Nežić (1908 – 1995) nell’ultimo libro curato dalla postulazione del Cardinale Aloizije Stepinac. Arcivescovo di Zagabria, imprigionato dai comunisti, cardinale dal titolo nascosto e recentemente ritrovato, il Cardinale Stepinac è un martire della storia. Fu beatificato da Giovanni Paolo II, ma non ancora canonizzato nonostante tutto sia pronto, compreso il miracolo, per via dell’opposizione della Chiesa Ortodossa Serba, che lo accusa di collaborazionismo.
Se si dovesse trovare un vero spartiacque nella vita del Beato Aloijzije Stepinac, cardinale arcivescovo di Zagabria, quello è sicuramente il processo farsa in cui fu processato insieme all’ufficiale ustascia Erich Lisak sono stati processati insieme. Era l’11 ottobre 1946, 75 anni fa.
Patriarca nuovo, diatribe vecchie. Appena insediatosi come Patriarca della Chiesa Ortodossa Serba, in una intervista, Porfirije ha fatto sapere che ha in mano lettere del Cardinale Aloijzije Stepinac a Pio XII che sarebbero, a suo dire, “problematiche”. E non si è fatta attendere la la risposta di monsignor Juraj Batleja, postulatore della causa di canonizzazione. Che ha sfidato il patriarca ortodosso a dire apertamente quali parti delle lettere del Cardinale Stepinac a Pio XII possano essere problematiche, sottolineando, per tutta risposta, che gli ortodossi che volevano testimoniare a favore di Stepinac dopo la guerra furono minacciati.
Non è ancora stato canonizzato, nonostante anche il miracolo attribuito alla sua intercessione sia stato riconosciuto, perché il Papa ha preferito prudentemente fermare il processo e chiedere a una commissione mista cattolica ortodossa di definire storicamente il suo ruolo – e la commissione non ha avuto posizioni univoche. Ma che il Cardinale Aloizije Stepinac, martire della storia, sia già considerato un santo è indubbio. E lo si nota dalla partecipazione alle celebrazioni che hanno avuto luogo nel giorno della sua memoria. Tre, in particolare, vanno ricordate, in luoghi simbolici: quella davanti alla cattedrale di Zagabria, colpita e resa inagibile da un terremoto, di fronte ad una torre campanaria assente; quella nella Cattedrale di Sarajevo; e quella a Krasic, nel luogo dove il Beato Stepinac è nato.
Incredibile a dirsi, ma il titolo cardinalizio del Beato Cardinale Aloizije Stepinac (1898 – 1960) non era mai stato pubblicato. Perché il cardinale non poté partecipare al concistorodel 1953 con cui Pio XII gli avrebbe imposto la berretta rossa. E perché, probabilmente, rendere pubblico il suo titolo avrebbe potuto creare dei problemi. Ma ora si può dire, grazie alla ricerca di un ambasciatore, che il titolo del Cardinale Stepinac è la diaconia di San Paolo alla Regola. E il 21 dicembre, una Messa proprio a San Paolo alla Regola ha sancito questa titolarità con una targa posta proprio dallo Stato croato.