Ora la Lettonia attende il Papa. Dopo la visita del Cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, la speranza è che Papa Francesco arrivi nel Paese baltico a confermare quella periferia nella fede, facendo seguito all’unica visita di un Papa nel territorio, quella di San Giovanni Paolo II nel 1993. “Abbiamo inoltrato l’invito a Papa Francesco. Il Cardinal Parolin ha detto che lo avrebbe trasmesso, ma che spetta al Papa decidere”, racconta ad ACI Stampa Zbignevs Stankevics, arcivescovo di Riga.
“Polonia semper fidelis”, recitava uno degli striscioni portato dai giovani polacchi in piazza San Pietro durante l’agonia di San Giovanni Paolo II nel 2005. Ed è rimasta fedele, la Polonia, al suo Battesimo, avvenuto 1050 anni fa. Tanto che oggi il Paese ex sovietico si può proporre come un modello di nuova evangelizzazione, come ha quasi suggerito il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, inviato speciale per le celebrazioni di questo anniversario specialissimo. Perché per la prima volta in tanti anni la Polonia può celebrare uno degli anniversari speciali del suo Battesimo da Paese libero.
Un ufficio per giudicare quanto le parti rendono umana una guerra, vale a dire rispettano il diritto umanitario. Sì all’intervento in zone di conflitto, ma solo se ha una legittimazione internazionale. No ad una pace a pezzi. Il Cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, lancia tutti questi temi ad una conferenza a Villa Nazareth.
Ci pensa il Cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, a declinare in che modo la “Laudato Si,” l’enciclica ecologica di Papa Francesco, può impattare i sistemi politici internazionali, e soprattutto le tre grandi conferenze sul clima che sono previste in questa seconda metà del 2015. Lo fa in un discorso di fronte ai membri della Conferenza di alto livello “Le persone e il pianeta al primo posto: l’imperativo di cambiare rotta”, organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e dalla CIDSE (rete internazionale di Ong cattoliche per lo Sviluppo).